di GILBERTO ONETO*
Abbiamo inutilmente girato pagina per trovare la ricetta per difendere e rilanciare le libertà economiche. Qual è l'arma vincente che permette la difesa del mercato in un Paese così diviso nelle opinioni ma anche nella loro distribuzione geografica?
Come potrà essere assicurata la libertà economica senza la suprema garanzia delle libertà di aggregazione e di espressione politica? Le libertà economiche sono strettamente collegate (e interdipendenti) con le modalità con cui le comunità si organizzano e strutturano, e gli individui e i gruppi si fanno rappresentare. Non c'è libertà di mercato se non c'è libertà di aggregazione, non c'è flessibilità economica (base imprescindibile del mercato) se non c'è flessibilità nei rapporti istituzionali, nei contratti che regolano la convivenza sociale.
Il mercato non può essere libero - la storia ce lo insegna con esempi drammatici e dolorosi - se non esistono libertà politiche, se non c'è la possibil
L’Italia è una repubblica fondata su poche legittime idee legittimamente ben confuse. 🙂
Io penso che è importante comprendere che il cosiddetto “mercato” è un prodotto dello stato, cioè della comunità di uomini organizzati in Stato. Lo stato può produrre una economia di libero mercato o socialista. Comunque entrambe sono una creazione della stato. Dove non c’è Stato non c’è alcun mercato, nè libero nè socialista.
Il mercato (un processo naturale di scambi volontari) e lo Stato (coercizione) stanno agli antipodi.