di MATTEO CORSINI
Contrariamente alla vulgata mainstream, ritengo deleterio gran parte di ciò che finisce sotto l'acronimo ESG, ossia Enviromental, Social e Governance. Non perché le singole questioni non siano di per sé condivisibili, ma per come l'ESG sia l'ennesima frontiera dello statalismo e del corporativismo politicamente corretto che vuole imporre a tutti quanti anche come gestire le imprese e investire i propri risparmi.
Perché questo, grattata la patina di marketing di superficie, è l'ESG. E la cosa per me più indigeribile è che chi più si erge a paladino delle tematiche ESG spesso sarebbe il meno titolato a farlo. In fin dei conti è quanto accade quando si persegue uno scopo facendo ricorso a mezzi politici più che a mezzi economici.
E così le imprese non sono più giudicate in base alla loro capacità di produrre profitti fornendo beni o servizi che incontrano la domanda dei consumatori in un contesto di libero mercato, bensì in base a quanto sono confo