di GLENN GREENWALD
La più impudica e sfacciata campagna di disinformazione ufficiale degli Stati Uniti negli ultimi anni ha avuto luogo tre settimane prima delle elezioni presidenziali del 2020. È stato quando decine di ex funzionari dell'intelligence hanno dichiarato, in una lettera aperta, di credere che le email autentiche riguardanti le attività di Joe Biden in Cina e Ucraina, riportate dal New York Post, fossero "disinformazione russa".
Quella proclamazione quasi ufficiale ha permesso alle corporazioni mediatiche liberal di deridere acriticamente, e poi ignorare, quelle e-mail come "falsi" creati dal Cremlino, ed è servita a fare pressione sulle piattaforme Big Tech come Facebook e Twitter perché censurassero l’inchiesta esattamente nel momento in cui gli americani si preparavano a decidere chi sarebbe stato il prossimo presidente degli Stati Uniti.
La lettera di questi ex funzionari dell'intelligence è stata orchestrata da bugiardi di carriera addestrati a mentir