di PAOLO L. BERNARDINI
Quando le galline del Campidoglio gridano contro l’autonomia differenziata, accompagnate da sconci cori di servi e servetti del tricolore, vergini dai candidi manti, del mito dell’Italia “una e indivisibile”, dovrebbero considerare i risultati olimpici.
Ora, queste Olimpiadi hanno fatto perdere l’occasione di tacere a molti. Innanzi tutto, come si dice “veneto è chi il Veneto fa”, italiano è chi l’Italia fa, e dunque differenze di colore della pelle, di etnia e origine, non hanno alcun significato. La razza “ITALARIANA” è stata condannata per sempre dalla Storia, e dalla logica. Poi si è parlato molto di pugili donne che in realtà sono uomo, ma anche in questo caso può succedere che la natura doti di ormoni maschili in più anche le donne, quest’atleta è donna, senza alcun dubbio. Altra cosa ovviamente se gli ormoni se li iniettasse, o fosse un uomo che ha cambiato sesso. Ma il discorso che vorrei fare qui è un altro.
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