di REDAZIONE
Andrea Masiello ha vuotato il sacco. Ha parlato per cinque ore con i magistrati facendo ammissioni, ma precisando anche di non essere mai stato il capo carismatico di una banda che si occupava di truccare le partite di serie A.
Le frodi sportive invece le ha ammesse quasi tutte, a partire dal derby Bari-Lecce per il quale avrebbe riconosciuto in foto l'emissario salentino che avrebbe consegnato a lui e ai suoi complici, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, 230mila euro in contanti per truccare la partita. Inoltre, avrebbe inguaiato alcuni calciatori, compresi i suoi ex compagni di squadra del Bari. «Masiello è molto stanco ma ha parlato», conferma il suo difensore Francesco Rotunno lasciando il carcere dopo che il suo assistito è stato ascoltato per tre ore dal gip e per altre due dai soli pubblici ministeri, il procuratore Antonio Laudati e il sostituto Ciro Angelillis. «Non posso dire nulla perchè la procura ha secretato il secondo verbale», taglia corto il lega