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Nel mondo ciascuno ha i suoi ebrei

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di ENZO TRENTIN A girovagare per la rete, si sa', si trova di tutto. Qui esponiamo un grafico (il cui autore non siamo riusciti ad individuare) che illustra bene la situazione politica attuale, conseguente alla legge elettorale n. 270/2005 poi dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 1/2014. La Corte Costituzionale, per preservare il timone istituzionale dai dirompenti effetti della sentenza, aveva richiamato l’istituto della prorogatio delle Camere ex art. 61 Cost., istituto che, come dovrebbe essere noto al Presidente della Repubblica, opera unicamente allorquando le Camere sono sciolte in attesa delle nuove elezioni e non già in un caso come quello che oggi stiamo vivendo. Gravissimo quindi che le Istituzioni abbiano ignorato la pronuncia della Consulta. Com'è noto una norma dichiarata incostituzionale cessa di avere effetti nell’ordinamento mentre, nel caso di specie, il Parlamento eletto in violazione della sovranità popolare continua a legiferar
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2 COMMENTS

  1. Non mi risulta che gli ebrei siano sistematicamente relegati in posizioni di subordinazione (e molti sosterebbero che i meridionali/donne/americani neri/omosessuali sono privilegiati anziché maltrattati dallo Stato). Se uno scrittore serio come Yuri Slezkine può scrivere un libro intitolato “Il secolo ebraico” vuole dire che il popolo ebraico ha sperimentato alti e bassi, non solo staticità. L’antisemitismo si confronta con il “antigentilismo” in una lotta perpetua per il potere.

    Bel articolo, la battuta di Pagani nonostante. Particolarmente condivisibili le parole di Freeman.

  2. Il problema è che un referendum da noi non si può tenere. Non ha senso chiedere a coloni ed immigrati italiani se vogliono far parte di uno Stato indipendente dove probabilmente, non conoscendo lingua e cultura locale, sarebbero cittadini di serie B. Un referendum serio può essere fatto solo facendo votare i diretti interessati: i nativi.
    Quindi di dovrebbe votare per ius sanguinis e non per ius soli. Ma sorge il problema dello ius sanguinis, praticamente si dovrebbe riconoscere la cittadinanza padana (o lombarda nel senso di longobarda o come vi piace chiamarla) e permettere solo a questi di votare. Sappiamo bene che non ci permetteranno mai di farlo.
    L’esempio Cecoslovacco allora potrebbe essere con tutti che votano, padani e magnogreci, sulla divisione dello Stato. I magnogreci hanno solo da perderci, succhiano le nostre risorse, ci hanno colonizzati, il problema sono i vari quisling o allocchi nostrani.
    Perciò o si fa un referendum in cui votano solo i padani e giustamente solo loro decidono il loro futuro oppure tale via è impraticabile. Non si vuole la via militare? Esiste quella diplomatica. Si forma un governo in esilio e questi va a chiedere il riconoscimento da parte di Stati esteri. Io sono convinto che di fronte al caos italiano e alla situazione attuale politica Svizzera, Austria, Germania e Russia potrebbero farlo, ma bisogna giocare bene la carte ed avere argomentazioni convincenti.

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