di MARCO VENTURA
Il mondo nella versione cinematografica ma non irrealistica, del texano Wes Anderson, il regista di “Grand Budapest Hotel”. Il mondo di oggi, con le sue immaginarie (ma non troppo) Repubbliche di Zubrowka, in Europa e altrove: frontiere fluide, rimodellate dalle avventure della storia e dall’intrico delle appartenenze. Nuovi Stati vedono o tentano di vedere la luce. E Stati di fatto, popoli e mezzi popoli, ambiscono all’indipendenza: pacificamente, con referendum condivisi dalla “bambolina russa” che li contiene, come gli scozzesi che decideranno sul distacco dal Regno Unito (ironia dei nomi) il 18 settembre. O in modo controverso e rischioso come i catalani, che sfideranno nelle urne il governo di Madrid il 9 novembre. Altri guardano all’indipendenza col binocolo: Nuova Caledonia, Sahara Occidentale, Bougainville. Altri sono già Stati, con governi e istituzioni, ma non riconosciuti e in guerra, come il Somaliland nel Corno d’Africa, o il Kurdistan