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Inchiesta sulle imprese: le medie se la cavano, i cinesi raddoppiano

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di MARIETTO CERNEAZ Ricordo i tempi in cui un tale Giuseppe Turani sosteneva che i mali economici dell'Italia erano dovuti al "nanismo aziendale". Secondo quel signore le piccole e medie aziende erano solo un segnale di arretratezza. Come gran parte dei "giornalisti economici" nostrani non ci ha capito una pippa e c'è voluta la crisi, che ancora stiamo attraversando, per dimostrare che senza la piccola e media impresa la disoccupazione sarebbe stata ben peggiore di quella attuale. Ieri, inoltre, è arrivato uno studio a ribadire come stanno le cose. E' stato un 2013 nero per le maggiori imprese operanti in Italia, che hanno visto diminuire i ricavi, i margini e gli occupati. In calo anche gli investimenti, segnano un leggero miglioramento i debiti. E' il quadro impietoso che emerge dall'analisi dell'Ufficio studi di Mediobanca sui 'Dati cumulativi' di 2050 società del manifatturiero e del terziario. Le cifre non includono le attività all'estero, ma solo quelle svolte sul suo
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1 COMMENT

  1. Io li vedo i cinesi dalle mie parti in emilia.
    Esistono solo ed esclusivamente le loro regole, le loro abitudini.
    Se possono, di riffa o di raffa, le leggi italiane se le mettono sotto i piedi.

    Si aiutano e si sfruttano fino alla schiavitù , tra loro.
    Vedo i capannoni illuminati anche di notte, e spesso ci vivono.
    Gli appartamenti e gli immobili che prendono in locazione li demoliscono, dopo averne manomesso ogni cosa.
    In un appartamento di 55 mq ci stanno, a turno, anche 8-10 persone.
    Ma sono felpati, ci sono ma non li vedi, non li noti.
    Non è leggenda che i ricchi cinesi girino e concludano affari in contanti.

    Dove ci sono cinesi c’è davvero un pezzo di cina.
    Rimangono , e ne son contenti, cinesi ovunque siano.

    Naturalmente ci sono i devianti, quelli che tentano di adattarsi un minimo all’italia e alle sue porcherie.
    Ne conosco, e sono tutti disgustati dalle tasse.

    Sono gentili, brava gente apparentemente.
    Grandi lavoratori, con un enorme spirito di sacrificio, e bisogni ridottissimi.
    Attentissimi negli affari.

    E’ evidente che per sopravvivere e crescere non ci provano neppure a far parte del sistema italiano.
    Lo sfruttano fin dove possibile, e vanno avanti per la loro strada.

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