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A hollande è venuta un’idea: più europa per tutti!

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francois_hollande1di GERARDO COCO

In Francia, il paese europeo più socialista, il 56% della popolazione attiva è composta da funzionari statali mentre in Germania, paese meno socialista, non superano il 30%. L’Europa, dunque, è un’area economica con una popolazione composta tra il 30-56% da funzionari pubblici. Questa struttura avrà delle conseguenze negli anni a venire. Il reclutamento di una classe numerosa di funzionari diminuisce il numero di individui che si occupano della produzione della ricchezza. Per la società complessiva si ha realmente un lucro cessante e un danno emergente. Un secolo fa, una delle cause principali della prosperità di paesi come Inghilterra, Stati Uniti e Svizzera stava nel fatto che la classe degli uomini politici e quella dei funzionari erano assai limitate e, in tal modo, non distoglievano dalla produzione della ricchezza la maggior parte delle forze vive di questi paesi.

Cause opposte hanno operato nel senso di aumentare la miseria in altri paesi, specialmente in quelli latini che, storicamente, facendo sempre appello all’intervento dello stato per realizzare le loro esigenze hanno aumentato il numero dei funzionari pubblici. Come dimostrò il maggior economista italiano Vilfredo Pareto nei suoi studi sulla dinamica e distribuzione dei redditi, affinché il reddito aumenti e la diseguaglianza dei redditi diminuisca deve aumentare il rapporto tra la ricchezza e la popolazione. Tale effetto lo si ottiene o agendo sul primo termine del rapporto aumentando la produttività o sul secondo, diminuendo la popolazione da mantenere. All’infuori di questi modi non c’è che il socialismo cioè la distribuzione della ricchezza esistente. Il che comporta alti prelievi fiscali, controllo dei capitali, sottrazione dei risparmi, manipolazione monetaria, tutti espedienti che trascinano la popolazione intera verso lo stesso livello di bassa produttività.

Ci sono venute in mente queste considerazioni dopo aver letto l’articolo che il presidente della Repubblica francese (ex segretario del partito socialista dal 1997 al 2008), François Hollande ha inviato il 19 luglio al Journal du Dimanche, in cui afferma: «Ciò che ci minaccia non è la troppa Europa, ma la sua insufficienza» che appunto dà il titolo all’articolo (Ce qui nous menace, ce n’est pas l’excès d’Europe, mais son insuffisance). Originale, davvero originale.

Hollande3Hollande scrive: «La mia proposta si basa sull’idea di Jacques Delors (presidente della commissione europea nel 1985 e suo mentore) del governo dell’euro con un budget unico e con un parlamento per assicurarne il controllo democratico». Hollande, rivendica per il proprio paese un ruolo di avanguardia: «Come Jacques Delor ci ha mostrato, la Francia è diventata grande ogni volta che ha preso l’iniziativa» e rispolvera l’idea di Stati Uniti d’Europa: governo federale con primo ministro, parlamento, budget federale e naturalmente tesoreria unica da cui attingere alla bisogna. Hollande sa che il suo paese viaggia verso la bancarotta e per questo propone più Europa: in un’ammucchiata generale e con un debito comune sarebbe più facile la spartizione del bottino magari proprio a favore dell’«avanguardia» francese.

In Europa la disoccupazione giovanile si sta avvicinando al 60%. Ma per il presidente francese non è un problema, basta aumentare in tutta l’area le truppe degli impiegati statali come ha fatto nel suo paese dove superano la metà della popolazione attiva. Per Hollande gli Stati Uniti d’Europa devono diventare il paradiso dei funzionari pubblici. Resta un mistero come in questo paradiso si possa prosperare e «essere capaci di essere una potenza al servizio dell’equilibrio mondiale». Dal 2013, cioè da quando l’unione intera stava collassando, il debito sul pil della Francia è aumentato dall’81 al 95%; in Spagna dal 60 al 98%; in Italia dal 116 al 132%; in Portogallo dal 111 al 130%. In breve, dopo due anni i principali paesi europei non solo non hanno risolto i loro problemi ma hanno peggiorato la posizione finanziaria. La crisi dell’euro continuerà e non sarà certo né la federalizzazione dei debiti, né la maggior centralizzazione a rimetterli in forma. Sempre meno persone lavorano per produrre, sempre più persone si fanno mantenere e tanto gli uni quanto gli altri sono gravati da maggior debito.

Ovviamente per Hollande il problema non sta nell’impossibilità di realizzare quel sogno europeo che lui e le élite politico finanziarie vorrebbero imporre a tutti i costi anche a chi non è d’accordo, ma nell’insufficiente centralizzazione autoritaria che lui chiama federalizzazione e che i dissenzienti sono troppo stupidi o populisti per poter apprezzare.

Quando le cose non funzionano, per le élite politiche la soluzione è sempre la stessa: aumentarsi il potere e forzare le cose nella direzione voluta. E’ per questo motivo che i progetti dirigisti prima o poi finiscono per sbriciolarsi e ritornare in quel nulla da cui sono scaturiti.

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6 COMMENTS

  1. Le cose andranno sempre peggio, ma vi rendete conto che la massa della popolazione è caratterizzata da una totale ignoranza della situazione e in balia dei media mainstream che ci scodellano le “verità” di questi banditi che ci porteranno alla distruzione della società civile?.

  2. Se la Francia versa in queste condizioni, è a causa di decenni di socialismo, di sx e di dx. Il cancro, ormai con metastasi diffuse, si chiama STATALISMO ed è presente nel DNA di ogni partito politico.

    Il declino è cominciato, a mio modesto parere, nel 1981 con Mitterrand.
    Hollande è solo l’ultimo di una lunga serie…………..

    Sia ben chiaro un fatto: Sarkozy non ha fatto meno danni di Hollande.

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