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Biden, l’illusione del green new deal sostenuta dalla stampa igienica

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di MATTEO CORSINI

Come ho osservato altre volte, i “progressisti” americani stanno disperatamente cercando di spingere per la conferma alla Casa Bianca di Joe Biden, che però non pare incontrare il favore della maggioranza dei cittadini. I quali, secondo i progressisti di cui sopra, semplicemente non capirebbero quanto bene abbia fatto l’attuale amministrazione agli americani. In sostanza, milioni di persone sarebbero incapaci di intendere e di volere, perché non si accorgono di stare meglio rispetto a quattro anni fa.
Quando il progressismo si occupa di questioni ambientali e climatiche si toccano punte “sublimi”, se così si vuol dire. Roba quasi al livello dei sostenitori di Frans Timmermans in Europa, di cui solo ora molti colleghi di coalizione nelle istituzioni europee mettono in dubbio l’operato, quando bastava un minimo di buon senso e realismo per capire che il suo Green Deal avrebbe schiantato l’economia europea, oltre che ridotto la libertà.
Mark Gongloff, uno degli opinionisti green di Bloomberg, sostiene Biden scrivendo:
  • Se doveste comprare un tostapane o un forno a microonde e la scelta fosse tra uno che mettesse la vostra casa a rischio d’incendio per l’1% e un altro che non solo porterebbe all’incendio al 100% ma che ne fosse pure fiero, probabilmente scegliereste il primo.”
Sottinteso che il primo, quello dell’1%, è Biden, mentre quello dell’incendio garantito sarebbe Trump. Gongloff spiega poi che gli americani non sono adeguatamente informati su quanto di buono per l’ambiente abbia fatto Biden in questi anni da presidente. Ma deve lui stesso riconoscere che per una parte semplicemente l’argomento non è in cima alla lista delle preoccupazioni, mentre per gli ambientalisti alla Greta Thunberg Biden in realtà non ha fatto abbastanza.
E in effetti la produzione di gas e petrolio è ai massimi storici negli Stati Uniti, che sono ormai autosufficienti ed esportano GNL. Immancabile la lode alla parte dedicata all’ambiente dell’Inflation Reduction Act (la neolingua orwelliana è stata ampiamente superata dal nome attribuito a questa legge).
Ora, a costo di dovermi ripetere, l’Inflation Reduction Act e altri provvedimenti di questa amministrazione hanno generato deficit a centinaia di miliardi alla volta, con una produzione di debito federale al ritmo di oltre 5 miliardi annui da quando Biden è alla Casa Bianca.
Tutto questo ha e avrà ancora di più in futuro ripercussioni non gradevoli per i pagatori di tasse, con un livello di confidenza molto superiore rispetto a quello relativo agli effetti del cambiamento climatico.
Ognuno è ovviamente libero di pensare ciò che vuole, ma sarebbe bene che poi non pretendesse di imporre ad altri comportamenti e/o oneri in violazione del principio di non aggressione. Cosa che l’amministrazione Biden ha fatto abbondantemente. Non che quella Trump non lo abbia fatto o non lo tornerebbe a fare, peraltro. Per questo la scelta di novembre sarà tra il male e il peggio.

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