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Breivik resta sotto custodia. non si pente

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di MANUEL GLAUCO MATETICH

La Corte di giustizia di Oslo ha deciso di prolungare di dodici settimane la custodia preventiva di Anders Behring Breivik, autore del doppio attentato dello scorso 22 luglio in Norvegia, nel quale furono uccise 77 persone. Procrastinando i tempi di custodia cautelare, le autorità giudiziarie norvegesi hanno voluto evitare l’ipotesi che il reo confesso potesse essere rilasciato prima dell’inizio del processo, fissato per il prossimo 16 aprile.

All’udienza, Breivik, che per primo ha accettato di farsi fotografare dai giornalisti presenti, ha chiesto la sua liberazione “immediata”, dato che si considera innocente, ed ha richiesto inoltre di essere insignito con onorificenze per quello che lui considera come un’esecuzione di atti “patriottici”.

In un manoscritto autobiografico, il terrorista norvegese ha ribadito più volte di aver agito spinto “da una situazione di emergenza per la mia gente, la mia cultura e il mio paese”, minacciato da coloro che considera sostenitori del multiculturalismo. “Gli attacchi contro gli uffici governativi della capitale norvegese sono stati realizzati con il fine di colpire i traditori che facilitano ogni giorno la distruzione culturale della Norvegia e la perdita di purezza dell’etnia norvegese. È stato giusto quindi che proprio un norvegese facesse una pulizia etnica”, ha affermato Breivik in aula dinanzi ai giudici, provocando anche qualche risata all’interno della stanza, dove erano presenti i sopravvissuti degli attentati.

Il fondamentalista cattolico ha proclamato il proprio status di “militante militare, comandante dei Cavalieri Templari in Norvegia”, ed ha ammonito che “il movimento di resistenza norvegese” continuerà a combattere contro i “traditori” del partito laburista, che hanno governato il paese scandinavo negli ultimi anni.

Breivik ritiene che il doppio attentato sia stato un “attacco di difesa preventiva” e che perciò merita la Croce di Guerra con tre spade, il più alto riconoscimento conferito ai veri atti patriottici.

La Corte Suprema norvegese dovrà deliberare entro i prossimi giorni se accettare la proposta della difesa di fare una nuova perizia psichiatrica a Breivik.

La relazione precedente, uscita nel mese di novembre, aveva concluso che Breivik soffre di “schizofrenia paranoide”, che, secondo quanto prevede la legge norvegese, avrebbe impedito una pena detentiva, sostituita teoricamente infatti da una sentenza che avrebbe visto un trattamento psichiatrico pluriennale forzato.

Il tribunale di Oslo deve anche decidere se Breivik possa essere trasferito al Dikemark, l’ospedale psichiatrico situato nella periferia di Oslo, e se questa struttura soddisfi effettivamente le misure di sicurezza necessarie per ospitare il detenuto.

 

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