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Buon 2022: l’ottimismo della volontà (e dell’intelligenza?)

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di PAOLO L. BERNARDINI

Il 23 febbraio 2020 tornavo da Tashkent via Istanbul a Milano. Era domenica, mi ricordo. Ero reduce da uno splendido, lungo soggiorno in Uzbekistan. Dalla Samarcanda dei miei sogni di adolescente – di milioni di adolescenti – solleticati dal buon Vecchioni, professore e cantautore, sbarcavo a Malpensa pieno di fotografie, ricordi, piatti di ceramica e doni per gli amici. Non mi aspettavo di assistere al trionfo del grottesco, della menzogna, dell’asservimento, della viltà, della dittatura, della violenza, della tragedia. Inaudito. A partire dal giorno dopo. Del peggio del peggio, dell’infimo dell’imo. Potrei scrivere pagine e pagine sull’osceno spettacolo offerto dal mondo, dalle vittime e dai carnefici, da scienziati asserviti e giornalisti altrettali, in questi due lunghissimi, strazianti anni.

Ieri 31 dicembre 2021, quasi due anni dopo il mio ritorno, ho ascoltato l’ennesima storia legata all’abominio che Satana ha scatenato, probabilmente egli stesso stupito dall’evoluzione degli eventi. “Volevo far del male, ma non così tanto…”. Riassumo la tristissima vicenda. Un signore viene colpito da infarto a inizio dicembre. Ha più o meno la mia età. L’infarto lo porta vicino al gran passo. Gli viene ampiamente consigliato di seguire una terapia riabilitativa in ospedale. Ma egli stesso è terrorizzato dal virus. E il suo medico di famiglia rinfocola il suo terrore: “Gli ospedali veneti sono pieni di malati di covid, è un inferno!”. E allora va subito a casa, si ingegna con cyclette e quant’altro, ma lo fa a modo proprio e soprattutto senza essere seguito da tecnici. Muore la vigilia di Natale.

Allora, certamente dovrà essere istituita una nuova Norimberga per i responsabili di tutto questo, e per fortuna non sono il solo a scrivere che i morti (che ci sono stati e ci saranno) per la gestione-strumentalizzazione del virus da parte dei governi saranno, alla fine della Fiera (del Male), infinitamente di più di quelli causati direttamente, ed esclusivamente, dalla malattia. Un’ennesima strage di stato a livello globale.

Se dunque mi limitassi a queste considerazioni, sarei davvero poco originale. Nel giorno in cui viene sancita l’apartheid per i non-vaccinati in barba a diritto naturale, e positivo (ovvero, costituzionale), e mentre mi convinco sempre di più che l’Europa sia la patria di dittatura e non democrazia, la manina da focomelico di quel braccio obeso che si chiama Asia, da sempre in frenetica attività, e mentre mi rendo conto che il titolo del mio ultimo libro, dedicato agli Stati Uniti, “La parte migliore del mondo”, in fondo è abbastanza azzeccato… per il primo gennaio 2022 vorrei cercare di essere ottimista. Impresa da premio, oggi! Ma se non sono ottimisti i libertari, chi può esserlo?

Se la società civile segue il proprio corso, senza l’intervento dello stato, ebbene dopo un po’ quest’ultimo mostra la propria inutilità, e se ne pone in questione la necessità stessa. Dunque, se tutti gli stati del mondo si sono messi d’accordo – più o meno – nel far strame dei diritti individuali e nel trasformare il diritto naturale, costituzionalmente sancito, poniamo al “movimento”, in diritto graziosamente concesso, e repentinamente revocabile, da parte dello stato (dunque, in linea con Goebbels, che alla domanda postagli da un giornalista su che cosa sia “il diritto”, rispose, come è noto, “il diritto, è quel che a noi piace”), facendo arretrare l’orologio della storia di qualche secolo o millennio, ebbene: evidentemente il processo di “liberazione naturale” o quantomeno mentale dal vincolo dello stato, era, due anni fa, ad un punto molto avanzato. Insomma, la reazione segue sempre una rivoluzione.

La tecnologia, i progressi della scienza vera, superano per la loro natura, ma anche per la loro portata, ed i loro scopi, immensamente, gli stati stessi: il passo della (libera) scienza, della tecnologia, dei mercati, è molto più rapido di quello degli stati, ovviamente. Per loro natura essi sono ritardati. Una costituzione del 1948 può essere ancora vigente, un’automobile del 1948 – con relativo manuale costruttivo – fa parte della storia dell’auto (e della storia in generale). Allora, in un impulso ottimistico, mi vien da dire: se il Male (il sistema degli stati) ha creato questo osceno teatrino globale, comprando scienziati, giornalisti, professori, generali, insomma armando un esercito globale di servi proni e imbelli, ignoranti ed ipocriti, ebbene, esso doveva sentirsi in qualche modo in pericolo. Ma davvero. Come un organismo in cui entri, per l’appunto, un virus o un batterio, e che dunque sviluppi anticorpi. Tanto più intensamente, quanto più il batterio è letale. Tenuti in vita dalla droga chiamata debito pubblico, gli stati hanno trovato così anche un pretesto per aumentarlo a dismisura, allo stesso tempo rinsaldando il legame vizioso col capitalismo corrotto che va avanti dal 1830, da quella rivoluzione di Luglio che, lo intuì bene Carlo Marx, sancì il legame duplice tra finanza (non tutta), capitalisti (non tutti) e parassiti di stato. Insomma, questo loro osceno, squallido, mostruoso e diabolico rigurgito di vita, potrebbe essere anche l’estremo palpito di un’agonia.

Però sta agli uomini por fine a tale vita in regime di “prorogatio”, poiché gli stati moribondi sono tenuti in vita dai parassiti che ne hanno bisogno, e che farebbero morire tutto il mondo – come hanno fatto, lo hanno fatto per millenni, e continuano a farlo da due anni a questa parte con rinnovata intensità – pur di sopravvivere essi stessi.

Ora, se è vero ciò che dico, che l’apparente trionfo dello stato non è che l’estremo spasimo della sua agonia, per noi liberali-classici e libertari il terreno è aperto, posto che si arrivi vivi all’ultima battaglia (prima che la storia ovviamente ne renda necessarie altre). La frammentazione dei leviatani, il sogno degli indipendentisti, ad esempio, assume ora inevitabilmente un significato nuovo, esplosivo: più si divide un corpo enorme e malvagio, meno potrà nuocere. Che sia il momento buono, anche solo a volare più basso, per ricondurre l’Italia a quella riforma in senso federalistico che il buon Miglio riuscì quasi a compiere, avanti negli anni, e pieno di saggezza? Che sia il momento buono per tutti i Veneto, le Catalogne, le Scozie del mondo?

Che lo sia proprio perché sembra non esserlo affatto? Se si arriva a costruire un virus – come probabilmente è avvenuto – e a spedirlo deliberatamente per il mondo – come probabilmente è avvenuto – se ciò poi accade in un leviatano perfetto e in continua espansione come la Cina, ebbene, è l’organismo-Stato che è in agonia, e dunque per riscattarsi, come fa da sempre, porta all’agonia, ovunque, l’individuo. Diceva l’Ecclesiaste, “Niente di nuovo sotto il sole”. Qohelet (1,9): “Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole”. Peraltro è un re che parla e dunque sa bene di cosa parla. Salomone inoltre scrive da vecchio per istruire i suoi successori. Fino ad oggi.

Da questo vilipendio e strame che è stato fatto di ogni libertà potrebbe alzarsi un grido di Libertà inaudito finora, perlomeno dalla mia generazione, e dalle due successive. Occorre domandarsi chi lo lancerà. Qualcuno lo farà. Se nessuno lo farà, l’umanità cesserà di esistere, sostituita da automi tali da far impallidire quelli di Metropolis di Lang. Ma l’umanità anche quando svilita da personalità offuscate e malvagie – il papa per primo, che invita a far figli dicendo che non ce ne sono abbastanza, oggi ci sono circa 8 miliardi di umani, quando è nato lui, nel 1936, erano circa due miliardi e mezzo (!!!) – ebbene l’umanità (l’individuo) reagisce e si difende. E’ sempre stato così, parola di storico! E dunque, qualcosa accadrà. E visto che il Male ha trionfato così grottescamente, così oscenamente, per due anni e lo farà ancora un po’, quel che accadrà non potrà che essere frutto del Bene.

Speriamo di vivere abbastanza a lungo per vederlo. Se no lo guarderemo dal Paradiso, perché dopo questo Inferno in terra, il Paradiso celeste nessun San Pietro per quanto distratto o corrotto ce lo potrà negare. Buon anno!

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