di MATTEO CORSINI
Non ho mai sopportato le persone politically correct, perché sempre liberticide e spesso anche ipocrite. Quindi mi risulta particolarmente indigesta l’ultima ondata che sta raggiungendo vette inviolate di ridicolo, anche se mi rendo conto che servirebbe un gesto eroico, da parte di un’azienda, per opporsi alle stupide pretese di organizzazioni che vedono razzismo ovunque.
Da ultimo, la multinazionale canadese Saputo (i cui proprietari sono di chiare origini italiane; Joey Saputo è anche proprietario della squadra di calcio del Bologna) ha deciso di cambiare il nome a un formaggio australiano assecondando le proteste che da anni porta avanti un imprenditore aborigeno, secondo il quale il nome del prodotto sarebbe razzista.
Il formaggio australiano incriminato si chiama(va) Coon, che pare sia un termine dispregiativo per fare riferimento agli aborigeni. Ma non c’era nessun riferimento agli aborigeni, dato che il nome del prodotto derivava dal fondatore