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Con i cinquestelle al governo tutto potrebbe peggiorare

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grillo 5 stelledi MATTEO CORSINI

Quando uno si imbatte nelle dichiarazioni di un esponente del Movimento 5 Stelle su faccende economiche e monetarie si rende conto che, rispetto alla situazione attuale, esistono, per quanto ciò sia deprimente, dei margini di peggioramento. Prendiamo, per esempio, Carlo Sibilia, deputato M5S e membro del cosiddetto direttorio. In merito a debito pubblico e moneta, ecco il suo punto di vista (che suppongo sia condiviso dai suoi colleghi): “L’Italia è strozzata da un debito pubblico a quota 2.200 miliardi. Non possiamo accettare che continui ad aumentare all’infinito perché lo dobbiamo a un gruppo di banche private che possono acquistare titoli di Stato”.

Il debito pubblico, in realtà, non è dovuto solo a “un gruppo di banche private” (e porrei l’attenzione sull’aggettivo “private”, perché pare essere il vero problema, secondo M5S), bensì anche a una moltitudine di risparmiatori, direttamente o attraverso fondi di investimento, fondi pensione e polizze assicurative. Questo non significa che non si debba ridurre, ma anche nell’ipotesi più estrema, ossia il suo azzeramento mediante bancarotta, bisogna capire cosa si farebbe dopo. Posto che a subire perdite non sarebbero solo le odiate “banche private”, bensì, direttamente o indirettamente, la quasi totalità di risparmiatori e cittadini, l’abbattimento del debito ha senso solo se avviene nell’ambito del ridimensionamento del raggio d’azione dello Stato.

Questo, però, non pare essere l’obiettivo del M5S che, al contrario, è spesso contro ogni forma di privatizzazione e non pensa affatto a ridimensionare il ruolo dello Stato. Lamentarsi che i soldi spesi per pagare interessi sul debito non possono essere destinati a welfare o altri servizi pubblici significa solo voler sostituire una voce di spesa con un’altra, e questo ha una sgradevole conseguenza: una volta abbattuto il debito, nel giro di alcuni anni tornerebbe a essere accumulato. Anche perché i costosi programmi del M5S non possono essere finanziati, se non per una parte marginale, con la pur lodevole riduzione degli stipendi dei parlamentari.

In merito alla moneta, ecco il punto di vista si Sibilia sulla BCE:Un privato che decide la quantità di euro che circola: la cessione è di fatto un prestito agli Stati a zero tassazione per i privati che la emettono. Io vorrei che l’Italia iniziasse a riassicurare il primato della politica sulla gestione economica”. Posto che la BCE non è “un privato”, la soluzione ai problemi del sistema monetario attuale non passano certo dal “primato della politica sulla gestione economica”. Al contrario, togliere la politica monetaria alla BCE avrebbe senso solo abolendo il monopolio dell’emissione di moneta e la politica monetaria stessa. Dovrebbero proprio essere i “privati” a decidere la quantità di moneta, euro o altro che fosse.

Quello che auspica Sibilia (una banca centrale che sostanzialmente prende ordini dal Tesoro) è già stato provato per secoli, e ha sempre portato a disastri monetari, a maggior ragione in un sistema di monete fiat (e dubito che il M5S sia favorevole a un sistema di hard currency). Il M5S sarebbe infatti anche favorevole a introdurre una nuova moneta (fiat, ovviamente), per risolvere i problemi di competitività e debito. In sostanza, sarebbe un default sotto altre spoglie, con l’inflazione ad alleggerire il peso del debito.

E a chi fa notare a Sibilia che assomiglia a quello che ha fatto l’Argentina dopo il default del 2001 senza migliorare le cose, ecco la replica: “L’Argentina ha insistito con le stesse politiche senza adattarsi agli scenari mutati. Per farlo servono forze libere e governanti lungimiranti. E occorre prima di tutto uno Stato efficiente: è una sfida e siamo pronti per affrontarla”. Come no: tutto sta nell’avere “governanti lungimiranti, e ovviamente loro sono sicuri di esserlo. Ma chiunque si accinge a governare è sicuro di essere lungimirante, perché fa coincidere la lungimiranza con il proprio punto di vista. Peccato che nessuno sia onnisciente e che, come sostenne Lord Acton, “il potere tende a corrompere; il potere assoluto corrompe assolutamente”. Le cose potrebbero davvero peggiorare.

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5 COMMENTS

  1. Guardi, io la taglio qui perché sono certo che potremmo discuterne per due giorni di fila e poi ognuno rimarrebbe convinto delle proprie idee. Potrei darle qualche spunto di riflessione ricordando che un tempo la legge bancaria prevedeva la distinzione tra istituto di credito e banca d’affari, basta un regime fiscale favorevole ai primi e penalizzante per i secondi per costringere le banche a tornare a fare le banche, senza tante regole o leggi.
    Ma infine tornando al M5S, se loro mi risolvono il debito pubblico italiano senza una patrimoniale (come diversi suggeriscono purtroppo) che penalizzerebbe i padani io li voto di corsa. Anche perché all’indomani dell’indipendenza, il problema delle banche padane piene di titoli di Stato italiani, titoli che con la nostra indipendenza mai verranno ripagati, rimane. E si può risolvere solo stampando moneta o sperare che la fallita Italia senza la Padania da sfruttare come una colonia possa pagare. Ma chi vive sperando….
    E questa considerazione vale anche per le pensioni dei Padani, per i crediti delle aziende padane verso la Stato italiano, e se non si trova il modo di risolvere questi problemi ad essere favorevoli all’indipendenza rimarranno in 10, perché tutti gli altri avranno qualcosa da rimetterci.

  2. L’analisi non mi convince. Mi spiego: guardiamo la situazione attuale, nessun intervento economico si spera nella provvidenza divina, che gli altri paesi ripartano trainando le nostre esportazioni. Tutto quello che viene fatto non è invertire la rotta ma rallentare la discesa verso il baratro. Guardiamo alla spesa pubblica, la causa di tutti i mali, non è stata tagliata. Gli interventi sulle pensioni (Fornero) o il blocco del turn over nel pubblico impiego avranno i loro effetti tra vent’anni. Perché? Perché nel frattempo i pensionati “privilegiati” (pensioni d’oro, baby pensioni, pensioni sociali, pensionati pubblici) ovvero chi ha versato poco o nulla rispetto a quanto percepisce sarà morto e tra vent’anni i dipendenti pubblici in sovrannumero saranno pensionati. Nel frattempo si dovrebbe andare avanti con 100.000 aziende che chiudono all’anno, la disoccupazione giovanile più alta d’Europa, i consumi in calo, il che significa tassazione e debito pubblico sempre in aumento (calano le entrate pubbliche ma la spesa rimane invariata o aumenta anch’essa). Poi che tra vent’anni ci sia una crisi allucinante per la desertificazione industriale, per chi andrà in pensione dopo aver lavorato poco e con stipendi da fame nessuno si preoccupa, tanto molti di chi decide questo sarà già morto. Nel frattempo le uniche soluzioni economiche proposte sono quelle keynesiane, tanto care ai politici italiani (assicurano loro potere) che da vent’anni provocano solo danni e nessun beneficio tipo aumentare gli investimenti pubblici (finanziati come?), aumentare la tassazione, aumentare l’occupazione pubblica, aumentare il deficit, aumentare il debito (la tanto cara flessibilità dei conti pubblici), ecc.
    Ora di fronte a questo scempio economico dettato solo da motivazioni politiche (non si toccano pensionati d’oro e privilegiati e dipendenti pubblici perché elettori e bacino di voto di scambio) dire che il M5S al governo tutto potrebbe peggiorare è ridicolo come minimo. Peggio di così nessuno può fare.
    Il M5S dove ha governato, pur scontrandosi con le leggi e i buchi di bilancio precedenti ha dimostrato di essere attenta ai conti. Ma prendiamo la critica maggiore: quella del debito pubblico. Il debito pubblico è una zavorra che arricchisce solo le banche (i risparmiatori privati sono solo il 15% del totale) e si è originato non per investimenti che hanno arricchito tutti, ma per gli sprechi, le ruberie, gli sbagli, il lusso della casta e dei politici. Da soli gli interessi sul debito pubblico valgono 1/8 della spesa pubblica, 100.000 miliardi.
    Ora immaginatevi un default totale, ci sbarazzeremo del debito e la tassazione potrebbe scendere immediatamente dell’ammontare degli interessi. Come conseguenza le banche italiane imbottite di titoli di Stato fallirebbero una dopo l’altra. Benissimo dico io, se si esce dall’Euro e si ha una propria moneta si può stampare, con questi soldi nazionalizzare le banche, risanarle, e rimetterle sul mercato con leggi che le impongano di fare gli Istituti di credito (dare a prestito alle aziende il denaro dei correntisti tornando a fare il motore dell’economia) invece che le banche d’affari come oggi.
    Questo è un esempio ma anche il M5S non può salvare l’Italia, uno Stato inesistente, artificiale dove una metà campa sulle spalle dell’altra metà non può essere risanato, troppa gente (pensionati privilegiati, dipendenti pubblici, chi mangia sulla sanità, grosse industrie, finanza, ecc) campa grazie alla politica ed ha diritto al voto.
    L’unica soluzione rimane l’indipendenza, quindi chissenefrega del M5S e degli altri partiti “italiani”, noi siamo padani. Semmai il M5S può generare quel caos che aiuta sempre chi vuole riguadagnare la libertà e far cessare l’occupazione straniera.

    • Cercherò di rispondere per punti alle sue osservazioni.

      1) Di interventismo l’Italia è piena zeppa da decenni. Non direi proprio che si stia sperando nella “provvidenza divina”. Il fatto che l’interventismo non funzioni non significa che non ci sia, né che ne serva altro. Anzi.
      2) Sulle pensioni con me sfonda una porta aperta, come potrà constatare se avrà voglia di leggere altri miei articoli, pubblicati anche su questo giornale. Per inciso, le cosiddette pensioni d’oro sono una parte del problema, ma solo nei casi (frequenti, evidentemente) in cui non sono finanziariamente coperte dai contributi. Da un punto di vista quantitativo il problema riguarda le tante pensioni erogate a chi non ha versato (quasi) nulla, anche se si tratta di assegni da poche centinaia di euro.
      3) Anche sulle politiche keynesiane con me sfonda una porta aperta, ma ciò che viene proposto dal M5S riesce a essere perfino peggio del keynesismo, del quale, tecnicamente parlando, per certi aspetti (monetari, ad esempio) rappresenta una degenerazione.
      4) Non credo affatto che sia “ridicolo come minimo” sostenere che le cose potrebbero peggiorare con M5S al governo. Preciso, peraltro, che nel mio articolo non ho detto che andrebbe tutto peggio. L’articolo fa riferimento alla questione del debito pubblico e della moneta, e quello che propone M5S farebbe peggiorare le cose.
      5) Prendiamo il debito pubblico. Non so da dove abbia preso i numeri, ma se consulta quelli forniti dalla Banca d’Italia si può rendere conto che sommando le quote detenute direttamente a quelle detenute tramite fondi e assicurazioni i risparmiatori italiani oltre il doppio di quel 15% che indica lei. Quanto alla spesa per interessi, non è certo 100.000 miliardi. Suppongo che lei volesse intendere 100 miliardi. Ma anche in quel caso la cifra è (almeno per ora) esagerata. La spesa è scesa sotto i 70 miliardi e nel 2016 dovrebbe essere più vicina ai 65 che ai 70. Non che siano briciole, peraltro. Ora, se si facesse il “default totale” fallirebbero certamente le banche, ma le perdite dirette e indirette (ossia per via del fallimento di banche e assicurazioni) per i risparmiatori sarebbero ingenti, diverse centinaia di miliardi.
      6) Credere che sia possibile risolvere il problema uscendo dall’euro e stampando una nuova moneta significa credere che la moneta creata dal nulla equivalga a ricchezza reale. Non è così. Con la stampa di moneta non si fa altro che redistribuire ricchezza, non se ne crea di nuova. E’ semplicemente un’altra forma di tassazione.
      7) Quanto all’idea di nazionalizzare le banche e imporre loro per legge di prestare soldi, perché non stabilire per legge anche a chi li devono prestare e a quali condizioni? E che senso ha parlare di rimetterle sul mercato? Come si fa a definire mercato un sistema in cui lo Stato stabilisce per legge cosa devono fare gli operatori di quel mercato? Per inciso, l’ultima volta che le banche sono state nazionalizzate in Italia sono restate pubbliche per 60 anni: un risanamento piuttosto lungo…
      Davvero crede che funzionerebbe? Se sì, credo che lei abbia la stessa presunzione di lungimiranza che nell’articolo attribuisco al M5S. Quella in base alla quale se lo Stato fa danni è colpa di chi lo gestisce e non del sistema in sé.
      8) Un’ultima considerazione. Neppure l’indipendenza sarebbe salvifica se l’idea è quella di stampare denaro per risolvere i problemi.

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