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Con un referendum la svizzera ha detto no ad una sanità all’italiana

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sanitasvizzeradi LUIGI CORTINOVIS 

La Svizzera non ne vuol sapere di ridurre il proprio sistema sanitario come quello italiano. In Svizzera non esisterà mai una sanità pubblica. Lo hanno confermato oggi i cittadini della Confederazione bocciando il referendum – proposto dalle sinistre, che non a caso ha avuto il si nei cantoni romandi – che chiedeva la creazione di un servizio sanitario nazionale statale.

Il 63% dei partecipanti (l’affluenza è stata del 46% ma nel Paese della democrazia diretta non esiste soglia) vuole conservare l’attuale sistema basato esclusivamente su un sistema di assicurazioni private. Il Consiglio federale, contrario a entrambi i testi, ha espresso soddisfazione per la netta bocciatura delle iniziative popolari in votazione oggi. Secondo il ministro della sanità Alain Berset – scrive il Corriere del Ticino – il risultato del voto sulla cassa malattia pubblica è “un chiaro segnale” che la popolazione sostiene la politica sanitaria del governo e che vuole proseguire con il sistema attuale, anche se bisogna migliorarlo. «Questo no del popolo è un sì alle riforme», riassume la Berner Zeitung. Per il Corriere del Ticino, il risultato rappresenta «un’indicazione chiara per la politica». «Per migliorare la sanità non bisogna metterla sottosopra; bisogna insistere in modo pragmatico con le riforme», scrive il giornale ticinese.

Lo slogan“No a una sanità all’italiana” – usata dagli svizzeri di buon senso – ha dunque funzionato a meraviglia.

 

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2 COMMENTS

  1. Vediamo…
    Salario minimo? Affondato.
    1:12? Silurato.
    Sanità all’italiana? Colata a picco.

    A quanto pare il virus dello statalismo italiano, per quanto letale, non è poi così infettivo.
    Chi l’avrebbe mai detto.

  2. Poveri Svizzeri! Costretti ad assumersi l’onere di decidere al posto dei politici! Così alla fine prevale l’arretratezza e l’impreparazione del popolino bue, che, in questa occasione, si è proditoriamente privato della enorme occasione di copiare un sistema che ha dimostrato di funzionare così bene in alcuni degli stati confinanti alla Svizzera. Sarà forse il fatto che questi poveri pastori, orologiai e cioccolatai, vivendo in un miserevole stato di povertà, non hanno la possibilità di viaggiare e conoscere i meravigliosi sistemi statuali che li circondano (in primis quello che si trova a sud). Un consiglio agli Svizzeri: delegate tutte le decisioni ai politici, che sceglieranno sempre per il vostro meglio. È ora che anche voi facciate come fanno i vostri vicini. Non vedete quanto meglio funzionano?

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