di PAOLO L. BERNARDINI
Fin da bambino, passeggiando solitario da quartieri popolari all’altolocata Albaro, mi colpiva una scritta latina, incisa in lapide marmorea sul muraglione che delimita il terrapieno ove sorge una palazzina di lusso, in Corso Italia, a Genova, mia città natale, e forse mia città d’approdo ultimo, nel segno delle parole di Karl Kraus, per me, perlomeno, profetiche, “l’origine è la meta”: “Pecunia si uti scis ancilla, si nescis domina”. E allora mi domandavo se per i ricchi proprietari degli appartamenti aldilà di quel muraglione, significativamente a guardare l’unico stabilimento balneare per non abbienti del corso, i Bagni pubblici San Nazaro, da me felicemente frequentati, il denaro fosse servo o padrone. Probabilmente, entrambi. Ma in ogni caso nelle mie elementari riflessioni, proprie di uno scolaro delle elementari, appunto, mi chiedevo piuttosto che origine avesse la parola latina “pecunia”. Mistero già allora facilmente risolvibi
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