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Covid, vaccinati o non vaccinati? Il NEJM: “Nessuna differenza nella mortalità”

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di RICCARDO SZUMSKI

Finalmente negli ultimi giorni (anche se purtroppo solamente a distanza di oltre 6 mesi da quando sarebbe stato necessario) si inizia a parlare seriamente del fatto che la reale mortalità nelle persone che hanno contratto la Covid-19, sia legata ai fattori di rischio individuali indipendenti dallo status vaccinale (per meglio dire: immunizzazione a breve termine) e che il beneficio/rischio complessivo non è così evidente come sbandierato all’inizio, in particolare negli under 50.

Ecco perché la seguente corrispondenza nel New England Journal of Medicine del 10 marzo scorso può essere devastante per le politiche vaccinali mondiali, dal momento che fa tornare in evidenza dei dati dello studio clinico originale pubblicati nel settembre 2021, ma sostanzialmente ignorati da tutti.

Lo traduco di seguito: “Nell’articolo di Thomas e colleghi (online dal 15 settembre 2021) non è stata osservata alcuna differenza sostanziale nella mortalità per tutte le cause, nel periodo (di osservazione) di 6 mesi, tra i partecipanti che avevano ricevuto il vaccino BNT162b2 (15 decessi) e quelli che avevano ricevuto il placebo (14 decessi); ci sono stati più decessi cardiovascolari e correlati alla sepsi nel gruppo BNT162b2 (12 decessi) rispetto al gruppo placebo (6 decessi)”.

L’autore del commento poi continua ricordando che dai dati originali sarebbe necessario conoscere quale è il numero di soggetti da vaccinare con booster per prevenire una morte correlata alla Covid-19. Questi dati, purtroppo non ancora pubblicati, sarebbero necessari per effettuare una migliore valutazione beneficio-rischio per guidare le migliori scelte di salute pubblica.

Quindi, nello studio che ha portato a registrazione il vaccino Pfizer (oltre alla ben nota impossibilità a capire se la vaccinazione prevenga l’infezione asintomatica elencata nelle limitazioni dello studio stesso, motivo per il quale mai e poi mai il vergognoso green pass avrebbe dovuto essere approvato), l’autore del commento pubblicato il 10 marzo ricorda che l’effetto vaccinale di riduzione della mortalità da infezione virale viene annullato da una serie di eventi avversi post vaccino in particolare a livello cardiovascolare ed infezioni diffuse nel sangue (sepsi) nei pazienti vaccinati. Formalmente nessuno di questi decessi è stato attribuito al vaccino, ma la realtà dei fatti rimane che un numero praticamente identico di decessi si è verificato nel gruppo trattato rispetto al gruppo di coloro che non sono stati trattati.

Perché questi dati non sono stati indagati ulteriormente e tuttora non vengono discussi a fondo? Forse perché l’articolo di settembre era sponsorizzato da Pfizer? Perché ci sono voluti 6 mesi prima che un medico (l’autore della corrispondenza che ho menzionato), totalmente indipendente dal business e senza alcun conflitto di interesse potesse avere la ribalta di commentare liberamente in un grande giornale scientifico? Perché si continua a dare risalto ai dati osservazionali invece che ai dati derivanti dagli studi randomizzati e controllati?

Spiace ricordare che, nel silenzio generale, avevo segnalato questi interrogativi già nei mesi di novembre/dicembre 2021; la speranza ora è che, assieme al post di ieri relativo ai dati Euromomo (brillantemente evidenziati da Porro), forse la verità sulla mortalità per tutte le cause sta venendo fuori. Staremo a vedere.

QUI LO STUDIO 

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4 COMMENTS

  1. Credo che il 98% di vaccinati in una popolazione, qualsiasi popolazione, sia un numero irraggiungibile e pertanto mai raggiunto; neanche quando ci si vaccinava con convinzione pressoché unanime. Figuriamoci oggi dove ci sono almeno dieci milioni di italiani contrari al siero; e parliamo di una popolazione dove i creduloni nei confronti del potere costituito sono tantissimi. Inoltre, il fatto che i vaccinati siano più numerosi dei non vaccinati non equivale automaticamente a poter ritenere che i vaccinati siano a minor rischio letale. In base a quale analisi numerica? Se novantadue vaccinati muoiono e solo otto vaccinati non muoiono, vuol dire che il vaccino non serve a niente. Se poi ci si trova con gli otto non vaccinati ultraottuagenari e con i novantadue giovani, allora sorge il sospetto che il “bellimbooster” sia altamente nocivo; anche senza tener conto degli effetti collaterali non mortali. Inoltre, la presunta mortalità generale ridotta con le continue dosi di richiamo è falsificata dal voler considerare non vaccinati coloro che non hanno ancora raggiunto il trattamento completo. E che magari hanno avuto effetti collaterali gravi già con la seconda dose, quando non direttamente con la prima.

  2. Grazie per la risposta. Sì, nell’articolo di Thomas et al., citato, la mortalità era uguale tra il gruppo vaccino e il gruppo placebo, ma gli autori stessi concludono che il vaccino è stato un successo nel ridurre il rischio di contrarre la malattia. Quindi, comunque, un effetto benefico del vaccino è chiaramente riportato anche in quella fonte.

    Mi limito, di nuovo, a sollecitare il lettore a leggere gli articoli originali, che sono open access, piuttosto che basarsi su questo riassunto che mi pare fornisca solo informazioni parziali.

    Per quanto riguarda lo studio inglese dove si riportano il 92% di morti, l’ho trovato, eccolo qua: https://assets.publishing.service.gov.uk/government/uploads/system/uploads/attachment_data/file/1060787/Vaccine_surveillance_report_-_week_10.pdf

    Dunque, la tabella contenziosa è a pagina 44, ma quella tabella non riporta i numeri di persone che sono state vaccinate e di quelle che non sono state vaccinate – solo i morti, siccome quei dati non erano disponibili. Sappiamo però che il numero dei vaccinati, specialmente nel gruppo dove i morti sono di più (80+) era molto più vasto del numero dei vaccinati. Se ci sono 10 morti tra i non vaccinati, e 200 morti tra i vaccinati (1:20), ma i vaccinati sono il 98% della popolazione come nel caso degli ottuagenari, il rapporto non-vaccinati/vaccinati è di 1:50. Quindi i vaccinati sono a rischio minore di morte a confronto dei vaccinati.

    A pagina 11 si riportano proprio le analisi sul rischio mortalità, dove si vedono riduzioni di rischio di un minimo del 50%, più o meno.

  3. Consiglio ai lettori di andare a leggere la fonte originale. In particolare la risposta degli autori alla lettera, che è la seguente: 506 deaths occurred in the booster group (441 deaths were not related to Covid-19 and 65 were Covid-19–related), as compared with 1100 deaths in the nonbooster group (963 deaths were not related to Covid-19 and 137 were Covid-19–related). These results are in line with those of a large-scale population study in the United States,1 which showed a 66% lower risk of non–Covid-19–related death.

    Quindi, mortalità generale era ridotta con il booster, al contrario di quanto scritto in questo articolo.

    • Legga bene l’articolo, dove il dottor Szumski dice che si equivalgono. Comunque, le consiglio di leggere tutti gli studi e le statistiche relative alla quantità di morti vaccinati, l’ultimo quello inglese, in cui si dice che il 92% dei morti sono vaccinati. Infine, chiunque ritiene giusto l’obbligo vaccinale è un NAZIONALSOCIALISTA INFAME.

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