di LEONARDO FACCO
Se cercate chi sia mai Roberto Da Rin, vi apparirà questa descrizione, tratta dal sito “Isolaursa, in rotta per la sostenibilità“:
- “Giornalista, Senior correspondent al Sole-24ore. Ha lavorato all’Agenzia di stampa Reuter e poi, al Sole-24Ore, è stato “corrispondente” dall’America Latina e “inviato speciale” negli Stati Uniti e in vari Paesi europei. È laureato in Economia Politica all’Università di Pavia e successivamente ha conseguito il Master Medea (Economia dell’energia e ambiente) alla Scuola superiore E .Mattei di Milano. Collabora con l’Università Bocconi di Milano, l’Università di Pavia e quella di Roskilde in Danimarca”.
Esticazzi, no? Un curricola degno di un perfetto componente del grande circo mediatico della “Stampa igienica”, che nella fattispecie comprende il “Sòle 24 Ore”, ovvero il gruppo editoriale confindustriale, che non solo è sommerso da una valanga di debiti, ma che frequenta i tavoli del potere dove distribuiscono i sussidi alla “stamperia”! Il Da Rin è, probabilmente, convinto di essere credibile, magari anche autorevole, soprattutto quando scrive peste e corna del governo di Javier Milei, che per inciso non gli è mai stato simpatico, come ha già dimostrato in precedenti articoli.
Ad ogni buon conto, qualche giorno fa, sul “papello” più amato dai commercialisti italiani, quello color “merdarella di malato” per intenderci, ha vergato un breve articoletto intitolato così: “Argentina, la scossa di Milei non funziona. L’inflazione è al 236,7%”. Sottotitolo: “I prezzi tornano a salire e le proteste s’intensificano. El Leon-Milei incassa una sconfitta sul dossier più importante e simbolico”.
Vero? Falso? Lascio a voi lettori la risposta, dopo che avrete letto tutte le mie controdeduzioni, che posterò a seguito delle affermazioni del “giornalingua”.
SCRIVE DA RIN:
- Sì, perché Milei lo aveva promesso in campagna elettorale, il giorno del suo insediamento, il 10 dicembre 2023, e poi ribadito spesso in questi nove mesi di governo: «L’inflazione è un ricordo del passato», «l’ho già sconfitta», «è un disastro che riguarda il governo peronista che mi ha preceduto». Invece no, il dato implacabile dei prezzi al consumo, l’indice che racconta meglio la corsa dei prezzi, spiega che negli ultimi 12 mesi l’inflazione è stata del 236,7%, il livello più alto al mondo e superiore anche alle previsioni del sondaggio Reuters del 235,8%. Gli analisti avevano previsto un +3,9% e invece la battaglia campale di Milei contro l’inflazione incassa una sconfitta pesante, anche sul piano dell’immagine.
FALSO! Riprendiamo innazitutto le parole dello stesso presidente argentino: “L’inflazione mensile annualizzata è passata dal 17.000% annuo (il riferimento è al giorno del suo insediamento, nda) al 28% annuo! Questo sembra dimostrare che non esiste una soglia minima mensile del 4%. Ora cerchiamo di fare di più. P.S.: per i giornalisti rozzi (e qui ci includo il nostro, nda) che dicono che mi invento i numeri: l’inflazione annualizzata di dicembre si ottiene facendo [(1,54)^12] – 1 e moltiplicando il risultato per 100, il che dà 17.692,98%!
In aggiunta, se mai Da Rin volesse documentarsi, anziché leggere le veline del Kirchnerismo, ecco un documento con i dati ufficiali dell’inflazione.
https://twitter.com/MinEconomia_Ar/status/1836126514372288852
Ora pretendere che un “iscritto all’ordine dei professionisti” abbia un cervello razionale e logico sarebbe troppo, ma basterebbe il grafico di cui sopra per evitare di scrivere castronate, dato che quel 2,1% di agosto è il dato più basso dal 2020! Ma mi permetto di aggiungere qua sotto un altro paio di disegnini, sia mai che gli siano utili…
Il Presidente Javier Milei ha spiegato più volte (ben prima della campagna elettorale peraltro) ed in più occasioni ufficiali, il successo del suo programma economico per abbattere l’inflazione ed ha ricordato, ad esempio, che lo ha fatto in un modo pressoché sconosciuto a qualsiasi politico di quelli che tanto piacciono a Confindustria. Come?
-Evitando che l’iperinflazione liquefacesse i saldi reali;
-Evitando espropriazioni, tipo quello del “Plan Bonex”;
-Evitando il controllo dei prezzi dei beni di consumo;
-Evitando il controllo cambiario;
-Ricomponendo il reale valore delle tariffe;
-Permettendo ai salari reali di rivalutarsi rispetto all’inflazione;
-Facendo ripartire la richiesta di credito bancario;
-Abbattendo il valore del dollaro rispetto al peso.
LEGGIAMO ANCORA IL DA RIN:
- Le manifestazioni di piazza che si susseguono con regolarità a Buenos Aires e in altre città argentine sono partecipate, sempre più, da una classe media scivolata nella povertà e le rilevazioni dell’Indec (l’Istat argentino, ndr) spiegano perché: un chilo di patate 1,33 dollari, con un aumento del 40% rispetto a un mese fa. Carne, latticini hanno raggiunto prezzi esorbitanti in un Paese dove le pensioni medie si aggirano attorno ai 300 euro al mese. Da gennaio a oggi l’inflazione è cresciuta del 94,8 per cento. L’asado, la grigliata domenicale, un momento topico nell’antropologia della famiglia argentina, non è più alla portata di tutti.
- I negozietti dei quartieri di Buenos Aires, da quelli più popolari come la Boca o Constitucion a quelli di classe media come Caballito o Almagro, su su fino a Palermo o Belgrano vendono merce sfusa, perché la confezione intera è troppo cara per la clientela.
- I prezzi sono spesso scritti sulle lavagnette anziché sui cartellini, perché cambiarli troppe volte alla settimana sarebbe costoso. Persino il caffè diventa un bene di lusso: 4 euro per 100 grammi.
- I più anziani ricordano i tempi cupi dell’iperinflazione, negli anni Ottanta, quando i supermercati erano costretti a sostituire tutti i prezzi di tutti i prodotti in esposizione varie volte in un giorno. La nota più dolente riguarda però, oltre alle bollette di luce e gas, l’impennata dei prezzi dei medicinali, in alcuni casi quintuplicati. La denuncia ironica e pungente di Carmen, pensionata, davanti a una farmacia del centro: « Milei ripete ossessivamente la parola “libertà”, ma il suo auspicio è quello di un Paese libero dai vecchi».
- La povertà, secondo Indec, ha raggiunto il 52% della popolazione l’indigenza è 17,9%. Alla fine del 2023 i poveri erano il 41,7% e gli indigenti l’11,9 per cento.
RIBADISCO: Tutti i dati riportati sono fuorivianti (usano cifre e numeri che risalgono al governo di Massa e li attribuiscono a quello di Milei, compresi quelli riferiti alla povertà), come documentano questi due grafici relativi all’aumento dei prezzi degli alimenti e delle bevande, ad esempio. Il primo va da dicembre a febbraio; il secondo, arriva al mese di giugno.
Se Da Rin, che dovrebbe conoscere lo spagnolo presumo, avesse anche solo ascoltato Manuel Adorni in conferenza stampa avrebbe evitato di fare la figuraccia dell’incompetente.
EL FIN DE LA INFLACIÓN pic.twitter.com/NBejR9Ys7z
— Milei SheIby (@TommyShelby_30) September 18, 2024
In merito a quelle che Da Rin definisce “manifestazioni di piazza che si susseguono con regolarità a Buenos Aires e in altre città argentine”, siamo al ridicolo. Non solo da quando è al governo Milei è finita l’era dei “piqueteros” (i manifestanti che bloccavano strade e piazze), grazie alla norma approvata nel dicembre 2023 e firmata da Patricia Bullrich. Ma l’unica manifestazione, ben poco partecipata, è stata quella per protestare contro il veto posto da Milei alla legge approvata dal Congresso sull’aumento indiscriminato delle pensioni, che avrebbe fatto saltare i conti e il bilancio, ormai indirizzato verso il deficit Zero, come ha spiegato lo stesso presidente domenica scorsa in parlamento.
🚨 PAREJA DE JUBILADOS BANCA AL PRESIDENTE MILEI
🧓 "Hay que tener confianza en el Javito"
👴 "Se están viendo resultados" pic.twitter.com/IOGd8CJa0y
— Taliban (@TalibanMilei) September 19, 2024
TORNIAMO PERÒ ALLO SCRITTO DEL DARIN:
- L’anarco-capitalista aveva previsto una rivoluzione economica, in tempi brevi. Finita la luna di miele, i risultati tardano ad arrivare. Qualche mese fa el Leon ha incassato alcuni risultati positivi: la riduzione del deficit fiscale, conseguente ai tagli di spese nel comparto della sanità, scuola e pubblica amministrazione. Per questo ha potuto annunciare che nel primo trimestre del 2024 l’Argentina ha registrato un avanzo primario. Il primo dal 2008. I mercati finanziari ci hanno creduto, cullati dalla propaganda della Casa Rosada.
- Fino a pochi mesi fa il flusso di buone notizie pareva inarrestabile: le obbligazioni argentine hanno registrato ottime performance, tra le migliori dei mercati emergenti.
- Ora però persino il Fondo monetario internazionale, con cui Milei negozia e rinegozia prestiti di decine di miliardi di dollari, ha lanciato un alert, poche settimane fa: «È importante che il peso delle riforme non cada in modo sproporzionato sulle famiglie lavoratrici». Il Pil del 2024, secondo le previsioni del Fondo, subirà una contrazione del 2,8 per cento.
Andiamo per gradi:
1- In soli 9 mesi i risultati ottenuti da Milei sono semplicemente strepitosi, al punto che persino il FMI ha “promosso Milei e gli ha concesso 800 milioni di dollari“, per il fatto che i risultati ottenuti dal suo governo sono ben superiori alle aspettative che avevano. Non solo, quello che era il responsabile del FMI per l’Argentina (Rodrigo Valdes, che era culo e camicia con Fernandez e avversario di Milei) è stato sostituito!
2- L’avanzo di bilancio non è stato un annuncio da primo trimestre, ma è un risultato continuativo di ogni mese, sin da gennaio per arrivare ad agosto.
3- Il peso delle riforme, grazie al “Plan Motosierra” non è ricaduto sulle famiglie (anche perchè i sussidi ai meno abbienti non sono mai smessi, né diminuiti), ma sulla casta. Il 35% di spesa pubblica tagliata (un dato ineguagliato al mondo!) ne è la dimostrazione ed è solo una parte di ciò che Milei ha intenzione di fare, ma che non può ancora mettere in pratica (tipo la privatizzazione di quel baraccone che è Aerolineas Argentinas) per il fatto che nel congresso può contare su circa il 15% di deputati e senatori.
4- Che il PIl nel 2024 sarebbe caduto lo ha annunciato lo stesso Milei, ma per il 2025 è previsto un rimbalzo del 5%, in netto anticipo rispetto a quanto pronosticato. Ed il rischio paese è ormai sceso a 1.300 punti. Per molti degli altri risultati consiglio a Darin di leggersi l’articolo di Bernardo Ferrero e Philipp Bagus, o altri saggi pubblicati sul Miglioverde.
In conclusione: Non so nemmeno perchè sto a perdere del tempo per replicare ad un personaggio al quale non dedicherei un solo minuto della mia vita, ma lo dovevo ai miei lettori. Da Rin – questo va detto – non è altro che il solito chierico del socialismo che, munito di carta e penna, è pronto a vergare quel che i suoi padroncini gli chiedono di far trapelare ai lettori. Qualora volesse informarsi gli allego qui anche il bilancio preventivo per l’anno 2025 del governo in carica (SCARICA QUI “EL Presupuesto 2025”). Chissà mai possa essergli utile per evitare altre figuracce da babbeo.
Per la cronaca, sappia comunque che:
- 1) Milei è il primo Presidente della storia a presentare la legge delle leggi (quella di bilancio), di persona, davanti al popolo e di domenica.
- 2) Milei ha presentato un bilancio in pareggio, mantenendo la premessa irrevocabile del deficit zero e della riduzione dell’inflazione. Ogni spesa deve avere la sua contropartita in entrate. La vita degli argentini non sarà più ipotecata insomma.
- 3) Con minore spese e bilancio in pareggio anche le tasse continueranno ad essere ridotte.
In un mondo di buon senso, questa sarebbe la vera notizia! Ma il “Sòle 24 Ore” che ne sa di buon senso?
Non sarebbe male poter rendere liberamente leggibile questa analisi, poterla postare nei commenti di quelli che sulle altre piattaforme social, diffondono l’articolo del “Da Rin”
Nei prossimi giorni renderò libera la lettura.
Ciao Leo, onestamente replicare questi disonesti è un esercizio in futilità. Non ammetteranno mai di avere torto marcio e di inventarsi i numeri o di usarli senza contestualizzarli. Ormai io sto via dalla stampa igienica e MSM in generale da 20 anni, se vadano tutti all’inferno non si meritano altro.
Billy
Ma lo dovevo ai lettori che me lo hanno chiesto. Un abbracione Billy 🙂
b.giorno leonardo…attendevo una replica all’ articolo del sole…grazie del contributo…sto seguendo con attenzione il percorso di milej e sono sicuro che manterrà le promesse fatte…non ho nozione di altri libertari al governo e questo già mi basta…viva la libertà carajo…
Buongiorno Walter, mi fa piacere tu abbia apprezzato questa dettagliata replica. Eh sì, Milei rappresenta uno strano “cigno nero” nel mondo della politica. Lo seguo con attenzione e mi auguro che ci dia grandi soddisfazioni.