RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Egregio Direttore, mi sono preso tre giorni di ferie per andare in Scozia in occasione del referendum e devo dire che ne valeva la pena; certo, quando sono partito avevo la speranza di poter festeggiare con gli amici scozzesi l’indipendenza della loro Patria, ma mi rendevo conto che le probabilità non erano tantissime. Soprattutto dopo la diffusione di quel sondaggio taroccato che dava gli “Yes” in vantaggio sul “No”: per me era chiarissimo che l’unico obiettivo di quel dato, pubblicizzato a destra e a manca, era quello di mobilitare il fronte del no fino a quel momento piuttosto freddo e sonnacchioso, cosa che puntualmente è accaduta.
Ma la cosa che più mi ha sorpreso è stata la grande partecipazione, il grande entusiasmo dei giovani indipendentisti scozzesi: sia ad Edinburgo che nelle Highlands tanti banchetti e tanti giovani che sventolavano la bandiera scozzese, altri che suonavano la classica cornamusa.
E leggendo il “Time
Dal momento che tutte le votazioni per la secessione nel mondo anglosassone sono fallite all urne non credo che esista alcuna lezione di democrazia da trarre. Volendo essere un po’ cinici, le si potrebbe interpretare semplicemente come una valvola di sfogo.