di ANDREA MACCIÒ
Se il Novecento è stato definito “Il secolo breve” dallo storico Eric Hobsbawn, il malaugurato decennio che sta per terminare può essere definito il decennio populista.
Gli anni dieci del Duemila, archiviata la razionalità, sono stati dominati dall’eccitazione, dalla spettacolarizzazione, dall’emotività. Il sociologo William Davies (2018) è stato uno dei primi a farlo presente. Per Davies l’atteggiamento supponente da club maschile di un certo livello di molti scienziati sarebbe solo stato controproducente per combattere le teorie complottiste, in quanto il patto che ha fondato la modernità, quello fra popolo ed “esperti” è ormai saltato in maniera irreversibile.
Il decennio populista ha avuto diversi filoni.
Il populismo di sinistra, ben rappresentato dai cosiddetti indignados spagnoli, dalla retorica neomarxista dell’1% contro il 99%, dai movimenti come Occupy Wall street, dalla retorica benecomunista (Italia Bene Comune era il no