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È ufficiale, in scozia oggi vincerebbero gli indipendentisti

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scozia1di MARIETTO CERNEAZ

La Scozia pare aver messo nuova benzina nel motore indipendentista ed ha, in pratica, ribaltato il risultato del referendum che si è svolto un anno fa, in cui gli unionisti hanno vinto col 55% dei consensi contro il 45% dei nazionalisti.

In poche parole, se si tenesse oggi il referendum sull’indipendenza della Scozia dal Regno Unito vincerebbero i ‘sì’. È quanto emerge da un sondaggio di Ipsos Mori, secondo cui i favorevoli alla secessione sono il 53% dell’elettorato e quelli contrari il 44%. Una differenza non da poco, soprattutto pensando al fatto che la nuova leader dello SNP ha già avvisato i vicini inglesi di voler tornare alle urne presto, soprattutto qualora in Inghilterra dovesse vincere il referendum per l’uscita dall’Unione europea.

Nel frattempo, anche l’ex premier laburista Tony Blair ha fatto autocritica per come ha gestito la devoluzione dei poteri nel Paese quando era a Downing Street, come primo ministro. In un libro sui leader del Labour parla di “errore” per non aver assicurato che la cessione di poteri a Edimburgo finisse col minare l’identità nazionale del Regno Unito. E ora, quell’autonomia non concessa come di dovere, si sta trasformando in tanta voglia di indipendenza. 

L’opinione dominante, giusta o sbagliata che sia, è che, a meno di una devolution ancora più forte o addirittura di una trasformazione del Regno Unito in una federazione di stati di tipo americano, la Scozia finirà per diventare indipendente, specie se a Londra si prolunga la permanenza al potere del partito conservatore, la cui politica differisce radicalmente da quella del governo di Edimburgo, progressista, favorevole al welfare e agli investimenti pubblici.

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