di ROBERTO SCAVINI
Se all’inizio la fatturazione elettronica mi pareva un sistema in grado di semplificare, quando non di far scomparire alcuni adempimenti burocratici, ora penso che avrei fatto bene ad ascoltare chi mi diceva che se fosse veramente così, l’introduzione sarebbe stata caldeggiata dalle aziende e non calata dall’alto dallo stato.
Ho avuto modo negli ultimi giorni, come un po’ tutti coloro che sono coinvolti in questo cambiamento, di analizzarne gli aspetti e devo dire che mi pare l’ennesima infamata ai danni delle imprese e di chi lavora e produce che non porterà alcun beneficio a nessuno ma anzi avrà dei costi ulteriori per tanti, tantissimi di noi, costi purtroppo non a spot ma dei veri e propri abbonamenti all’esborso annuale di cifre non proprio modeste, in primis per la conservazione.
L’unico vero beneficiario sarà forse lo stato che però, anziché liberarsi di un po’ di impiegati, funzionari ecc. vista l’automazione di tanti processi
La fattura elettronica, per come è stata pensata in Italia, non è altro che uno spesometro mascherato.
Ai dirigenti dell’Agenzia delle Entrate che dicevano che con la fatturazione elettronica diminuirà l’evasione è già stato fatto notare che chi non faceva fattura prima non la farà neppure elettronica adesso……anzi aumenterà l’evasione visto che pur di restare sotto il limite dei 65.000 euro, che permette di diventare forfettari e quindi non obbligati alla fatturazione elettronica, parecchie aziende faranno i salti mortali, magari diminuiranno il lavoro o semplicemente faranno carte false.
Quindi recupero dell’evasione = zero, maggiori costi per le aziende, diminuzione di lavoro per l’Agenzia delle Entrate, un po’ come per l’invio telematico delle deleghe F24, lo spesometro, le liquidazioni periodiche. A questa diminuzione di lavoro per l’Ade (preferisco questo acronimo al posto di Agenzia delle Entrate, i greci saprebbero apprezzare…) non corrisponde una diminuzione di personale, risparmio di spesa per lo Stato e conseguente diminuzione dell’insopportabile pressione fiscale. Quindi ennesima operazione che più che essere inutile è solo dannosa per le aziende, ulteriore burocrazia che comporta solo costi e perdita di tempo con conseguente rallentamento dell’economia. All’estero fanno gli Studi di Settore non per dare fastidio o tassare ulteriormente ma per il concordato preventivo. le aziende concordano con il fisco il fatturato dei prossimi tre anni, le tasse vengono fissate preventivamente e non c’è nessun accertamento, scritture contabili e altre diavolerie inquisitorie medioevali, vivono nel progresso e lavorano.