Ho sostenuto in diverse occasioni che se da questo versante delle Alpi si vuole fare benchmarking cercando qualcosa di peggio, dal punto di vista libertario, di quanto offre il dibattito politico nostrano, basta gettare lo sguardo a quanto succede in Francia e non si rimane mai delusi, se così si vuol dire.
In queste settimane di reiterate proteste contro la riforma delle pensioni che prevede l’innalzamento dell’età per andare a riposo da 62 a 64 anni, capita perfino di vedere manifestare persone che, dati anagrafici alla mano, sarebbero i pagatori del conto sempre più prospetticamente salato, in caso di mantenimento dello status quo. Ossia gli studenti.
In un contesto ideale dal punto di vista libertario, non esisterebbe un sistema pensionistico pubblico, che nella generalità dei casi è uno schema Ponzi a cui le persone sono obbligsate ad aderire per legge. Uno schema Ponzi che, a fronte di un progressivo invecchiamento della popolazione, diventa sempre più oneroso da mantenere per chi paga contributi e tasse. Di qui la necessità di aumentare l’età pensionabile.
Capisco le proteste, pur non condividendole, dei pensionandi, ossia coloro che dovranno lavorare due anni in più rispetto a quasi coetanei che riusciranno ad evitare l’innalzamento del requisito. Ma che aprotestare siano gli universitare mi pare roba da Tafazzi.
Pur essendo abituato ad aspettarmi di tutto dai giovani sinistrorsi, non solo francesi, resto basito nel leggere le dichiarazioni di tale Jahan Lutz, studente di filosofia e attivista del collettivo di estrema sinistra “Le Poing leve”. Secondo il quale “gli studenti si stanno mobilitando contro il precariato studentesco, l’inazione del governo sul cambiamento climatico e l’università, che sta diventando sempre più costosa ed elitaria“, aggiungendo poi che “la riforma delle pensioni è l’ultima goccia.“
Probabilmente questi ragazzi credono che sia possibile continuare a rimandare al futuro il conto, facendo debito pubblico per non aumentare l’età pensionabile. In tal caso dimostrerebbero di essere totalmente illusi, di quella illusione statalista evidenziata da un loro connazionale 150 anni fa: Frederic Bastiat. Temo però che gli autori ottocenteschi di riferimento di questi ragazzi siano però di nazionalità tedesca e con barbe importanti…
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