di MURRAY N. ROTHBARD
C'è ancora una tesi comune agli americani e anche ad alcuni libertari che può impedire loro di assorbire l'analisi di questo capitolo: il mito proposto da Woodrow Wilson che le democrazie debbano essere inevitabilmente amanti della pace mentre le dittature siano inevitabilmente bellicose. Questa tesi era per lui ovviamente molto conveniente per coprire la sua stessa colpevolezza nel trascinare l'America in una guerra inutile e mostruosa.
Ma semplicemente non c'è alcuna prova che giustifichi questa assunzione. Molte dittature si sono rivolte verso l'interno, prudentemente limitandosi ad aggredire il proprio popolo. Gli esempi vanno dal Giappone premoderno all'Albania comunista alle innumerevoli dittature del terzo mondo di oggi. L'Uganda di Idi Amin, forse il dittatore più brutale e repressivo del mondo attuale, non mostra alcun segno di mettere in pericolo il suo regime invadendo i paesi vicini. D'altra parte, una democrazia indubitabile come la Gran Bre