di LEONARDO FACCO
Nel panorama culturale e politico dell’America Latina — e sempre più anche in Europa — Agustín Laje si è affermato come una delle voci più influenti del pensiero conservatore e libertario, ovvero è protagonista di quel punto d'incontro tra due culture anticollettiviste che Rothbard e Rockwell definivano "Paleolibertarismo".
Polemico, diretto, ma ben documentato, Laje ripete spesso che i socialisti, i comunisti, i peronisti e i kirchneristi non devono essere trattati come avversari, bensì come nemici. Una distinzione semantica tutt’altro che retorica, che si fonda su ragioni di ordine etico, filosofico, economico e strategico. Di seguito, esaminiamo - e classifichiamo - il nucleo di questa posizione, attingendo direttamente da interventi pubblici e dalle sue opere, in particolare “El libro negro de la nueva izquierda” e “Generación Idiota”.
1. La solidarietà coatta non è morale, è un furto
Uno dei cavalli di battaglia di Laje è la d
Comments are closed.