di PIETRO AGRIESTI
Lo Stato sin dalla sua nascita si è posto il problema di FARE i cittadini e la società, e man mano si è impegnato a fare la lingua, la storia, la religione, la cultura, la famiglia, l’economia, la moneta, la sessualità, ecc.
Tutte queste cose si sono sviluppate prima e a prescindere dallo Stato contemporaneo, come istituzioni spontanee, rispondenti a delle esigenze che precedono gli Stati. Hanno avuto una loro naturale evoluzione, cambiando moltissimo secondo i tempi e i luoghi.
Tutte queste cose sono state poste dallo Stato sotto il suo dominio. E il suo impegno è stato quello di cambiarle secondo le sue esigenze. Ma le esigenze di uno Stato non sono quelle dell’insieme delle persone che vivono e usano queste cose. In genere quando ci si riferisce al libero mercato e alla pianificazione statale si pensa immediatamente all’economia. A questo proposito scrivevo tempo fa che
"Il libero mercato risponde ai bisogni e ai desideri delle persone che
La storia inevitabilmente darà ragione a chi avvertiva quanto fosse perniciosa la droga statalista per la morale,
l’economia e la moneta. La scoperta non sarà affatto indolore per tutti quelli che s’illudevano che lo Stato fosse in grado di correggere “gli errori” del libero mercato.