di GILBERTO ONETO
La Lega (e con essa il mondo autonomista) è sempre stata descritta come una oscura boscaglia di ignoranza e di grettezza culturale e bisogna ammettere che la Lega-partito non ha mai fatto molto per scrollarsi di dosso una nomea del genere, anzi è spesso sembrata molto impegnata a cercare di essere proprio quello che i più malevoli denigratori volevano che fosse. La storia è tristemente nota: chiunque avesse qualche capacità o competenza culturale, qualche titolo accademico o qualche medaglia scientifica era inesorabilmente allontanato: non poteva essere altro che un infiltrato, un massone (chissà perché?) o un agente dei servizi segreti (che in Italia sono notoriamente stipati di raffinati intellettuali).
I risultati sono tragicamente evidenti: mezzi di comunicazione rudimentali impasticcati di ufologi e di poeti della domenica, parlamentari alla Isidori, inesistenza di libri e pubblicazioni nelle sedi o nei gazebo, nessuna presa di posizione culturale,
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