di MATTEO CORSINI
In un breve pezzo sul Sole 24Ore di qualche tempo fa, Mattia Losi ricorre a una metafora per trattare il tema dell’evasione fiscale, esordendo così:
“Immaginiamo che il nostro fabbisogno pubblico sia un lavandino. Aprendo il rubinetto (ossia riscuotendo le tasse) cerchiamo di riempirlo. Purtroppo il foro di scarico non è tappato e molta acqua (l’evasione fiscale) si perde nelle tubazioni. Cosa possiamo fare? Abbiamo due sole possibilità: tappare lo scarico (ovvero combattere l’evasione in modo drastico) o aprire ancora di più il rubinetto per aumentare il flusso dell’acqua (effettuare una manovra correttiva). Da decenni in Italia scegliamo la seconda, aumentando il carico fiscale. In questo modo diamo per scontate due cose: che l’evasione esiste come elemento non modificabile e che la lotta all’evasione può portare solo risultati parziali”.
Implicito nel ragionamento di Losi pare esserci il fatto che il fabbisogno sia una variabile ind
Questo Losi è un talebano ottuso. Parte dal presupposto che il lavandino debba essere pieno perché a lui fa comodo così.
Dimentica, o peggio volutamente ignora, che per riempire quel lavandino si deve necessariamente svuotarne altri, ossia quelli che a loro volta per riempirli lavorano onestamente e si danno da fare.
Un tipo di atteggiamento ormai insopportabile quello che dà importanza prioritaria allo stato anziché alle persone.
Bravo Fabrizio, il Losi non dice appunto che quel rubinetto pesca l’acqua in altri lavandini che vengono invece sistematicamente prosciugati attraverso la rapina fiscale !!
Il Losi è il classico esempio di trombone di regime, esperto nella mistificazione della realtà e capace di creare nelle mente di milioni di persone vere e proprie barriere intellettive, appiattendo le capacità di analisi e pensiero che chiunque possiede.