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Il banchiere centrale francese: “L’inflazione non è colpa nostra”!

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di MATTEO CORSINI

Intervenendo all’annuale simposio di Jakson Hole organizzato dalla Fed di Kansas City, il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, ha difeso l’operato delle banche centrali dal default di Lehman Brothers in poi.

  • “Credo che noi banchieri centrali possiamo essere orgogliosi dei risultati della politica e della ricerca nel far fronte alla Grande Crisi Finanziaria e alle sue conseguenze: riconoscere gli errori nella previsione dei correnti livelli di inflazione non implica fare autocritica sulle politiche.”

Il giudizio di Villeroy, come sempre, è basato su studi di ricercatori che operano all’interno delle stesse banche centrali o in ambienti accademici “amici”. A parte gli errori nelle previsioni sull’andamento dei prezzi al consumo, macroscopici nell’ultimo anno ma non assenti in precedenza (il che, peraltro, non deve stupire, dato che nessuno ha la sfera di cristallo e nessun modello può prevedere esattamente il futuro), è proprio sulle politiche adottate che dovrebbe essere fatta autocritica.

Invece, secondo Villeroy, “nessuno può seriamente pretendere che le politiche accomodanti del passato siano il principale colpevole dell’attuale ritorno dell’inflazione.”

Ovviamente perché prima si rischiava la deflazione, soprattutto nel 2020. E l’attuale inflazione “trova origine non nella liquidità eccessiva, ma nei colli di bottiglia dell’offerta derivanti dalla ripresa più veloce del previsto dopo la pandemia e il forte incremento dei prezzi deo generi alimentari e dell’energia, molto aggravati dalla guerra in Ucraina.”

Fattori che certamente hanno accelerato la crescita di certi prezzi, ma che senza la liquidità generata copiosamente dalle banche centrali non avrebbero ragionevolmente portato alla situazione attuale. In fin dei conti i prezzi sono espressi in moneta, e se la moneta in circolazione non aumenta, non può esservi un aumento generalizzato e così duraturo dei prezzi.

E meno male che Villeroy afferma anche che “come minimo dovremmo riconoscere la necessità di avere modestia”. Figuriamoci se dovessero essere immodesti…

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