di LEONARDO FACCO
Penso di essere stato l’unico (o tra i pochissimi), nel bel mezzo della ridondante cagnara della stampa nazionale, a sostenere da sempre – e controcorrente – che il Movimento 5 Stelle non c’entra – e mai è c’entrato nulla in vero – con l’antipolitica. Ciononostante, l’ascesa del partito che di Grillo è l’emanazione è stata puntualmente bollata come l’avanzare senza freni di “quel sentimento antipolitico che mette a repentaglio le nostre istituzioni”. Quest’ultimo ritornello ha trovato in Giorgio Napolitano il più acceso dei giaculatori, con tanto di prefiche parlamentari pronte a battergli le mani, a rieleggerlo, e a cantare con lui in coro una litania tanto falsa quanto straziante.
L’antipolitica è una cosa seria, viene da lontano, essa è il tentativo di arginare lo Stato, il potere e il governo rispetto alla propria sfera privata. Non certo quello di piagnucolare se non si viene nominati al Copasir. Antipolitica non signific
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