di MATTEO CORSINI
Quando uno ha l’istinto del tassatore, può capitargli di fare ragionamenti piuttosto controintuitivi. Si prenda, per esempio, Vincenzo Visco, il quale, entrando nel sempre vivo dibattito sulla tassazione in Italia, afferma che “oggi l’unica possibilità di una riduzione non marginale della spesa pubblica consiste nel porre in essere politiche che rendano credibile per i mercati una riduzione, graduale, ma progressiva e costante del nostro debito pubblico. Si tratta di effettuare una correzione del bilancio, questa volta però strutturale e permanente, tale da eliminare per sempre il ricorso alle clausole di salvaguardia”.
Quanto afferma Visco può essere valido se riferito alla spesa per interessi sul debito, ma non alla spesa pubblica in generale. Il fatto è che, per quanto consistente, la spesa per interessi rappresenta circa l’8% della spesa pubblica complessiva. Quindi di spesa da ridurre per decisione politica ce ne sarebbe ben oltre quella per
io NON credo proprio questi siano imbecilli, nel senso che tutti o quasi, sappiamo che il sistema italia, appunto già ingolfato, collasserebbe ancor di più, se non sono imbecilli come credo, allora significa che devono distruggere ulteriormente il tessuto, ma a che pro ? Forse per un’Europa più vera ? D’altronde come puoi realizzare una vera Unione Europea se ancora esistono gli Stati ? Quindi, distruggere per azzerare gli Stati della composizione e così creare il nuovo tessuto ? Altro ?
Sono comunisti