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Italia, quella questione meridionale perennemente irrisolta

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di ROMANO BRACALINI Non si è poveri per volontà divina, non c’entra il clima o la cattiva sorte. Un paese non è mai “naturalmente” povero. Sono gli uomini che cambiano la natura delle cose. Ma solo se lo vogliono. La Svizzera nell’Ottocento era un paese povero e gli svizzeri erano costretti a emigrare;  la Lombardia fino al XV secolo era un acquitrino. Oggi è la regione più dinamica e ricca d’Europa. Il Mezzogiorno d’Italia non è sempre stato misero. Era uno stato floridissimo al tempo della monarchia sveva che aveva abolito il feudalesimo, che poi è ricomparso con le successive dominazioni. La cultura vi fioriva con lo Studio napoletano e la scuola medica di Palermo. Erano state abolite le dogane interne, tre secoli prima che in Europa. C’erano grandi porti e potenti arsenali a Napoli, Brindisi, Salerno, Amalfi e Messina. Vi prosperava l’industria del cotone e dello zucchero. Lo Stato cedeva quasi gratuitamente le terre perché vi si piantassero le viti.
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