sabato, Aprile 20, 2024
10.5 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

La multa a reddito, l’ultima idiozia dei parassiti politici

Da leggere

di MATTEO CORSINI

Non passa giorno che non ci siano notizie a conferma del fatto che la scelta dell’individuo che decide di andare a votare sia tra il male e il peggio. Si prenda questa perla del viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Galeazzo Bignami (Fdi) a proposito della prospettata revisione del codice della strada:

  • “Nell’ambito della revisione del codice della strada che Salvini ha annunciato svolgeremo un approfondimento specifico anche sulla possibilità di realizzare una proporzionalità tra il reddito e le sanzioni, perché se la sanzione ha evidentemente una natura anche afflittiva, una persona che ha un reddito più elevato può evidentemente essere afflitta da un punto di vista di contrasto ai fenomeni di sicurezza stradale con una sanzione più elevata.”

Devo dire che ormai non mi stupisco neppure leggendo cose del genere. Si potrebbe osservare che, essendo una questione soggettiva, non è detto che, a parità di reddito (o di ISEE, visto che ormai è utilizzato come il prezzemolo), individui diversi si sentano ugualmente “afflitti” da una multa. Il tutto senza considerare che un falso nullatenente finirebbe per pagare multe più basse di un presunto ricco (che in Italia dal legislatore, in modo bipartisan, è considerato tale se dichiara un reddito superiore a 35mila euro lordi annui).

Quanto alla messa in pratica, come dovrebbe funzionare? Con un’interrogazione istantanea a una banca dati dell’Agenzia delle entrate da parte degli accertatori? Oppure, italian style, costringendo gli automobilisti a viaggare con l’ultima dichiarazione dei redditi a bordo, assieme alla carta di circolazione?

E che dire di chi usa un’auto noleggiata? dovrebbe fornire i suoi dati reddituali in fase di prenotazione della vettura? Gli interrogativi potrebbero ovviamente proseguire, ma in fin dei conti a me pare che, in ultima analisi, questa sia solo l’ennesima penosa trovata per cercare di fare cassa.

Correlati

4 COMMENTS

  1. La multa basata sul reddito esiste in Svizzera da molto tempo e qualcuno dice che esista anche in Finlandia (non posso verificare), sul come applicarla basterebbe copiare dai paesi dove già esiste e funziona.
    Io ho un estrema avversione per le cosiddette imposte “medioevali” (che abbondano in Italia) basate sul testatico, facili da incassare. Visto che le multe stradali non vengono destinate (come imporrebbe la legge) a sicurezza stradale o parcheggi ma bensì per pagare interessi passivi sui mutui, stipendi dei dipendenti comunali ed altre amenità statali italiane sono di fatto equiparabili ad una tassa, senza quell’introito molti comuni fallirebbero. Se è una tassa la Costituzione ed il buon senso richiede che venga rapportata alla capacità contributiva. Ma faccio un esempio pratico: l’autovelox trappola ovvero nascosto ed installato su una strada ad ampio scorrimento, in rettilineo, dove il limite viene appositamente abbassato a 50 kmh, senza che ve ne siano i motivi (la prassi insomma). Passa l’operaio con la Panda e supera il limite di 30kmh orari (magari e notte, magari c’era un Tir davanti al cartello del limite ….), gli arriva una bella multa che lo costringerà a mangiare pane e cipolle per mesi e la decurtazione die punti della patente. Poi passa il macchinone, per il suo reddito la multa è ridicola e non perderà neppure i punti della sua patente, visto che l’eccesso di velocità non è mai constatato immediatamente (come richiederebbe il codice della strada), alla domanda di indicare chi era alla guida non lo farà e riceverà un ulteriore multa di 600 euro (sempre ridicoli per il suo reddito).

  2. invero, sarebbe teoricamente corretto.
    problema è l’implementazione che rispetti diritto privacy difesa etc
    temo diventerebbe altro strato distopico come la scatola nera e la zona B di Milano (e altri a seguire) …

  3. Facciamo così: se uno che guadagna poco uccide, gli diamo tre anni. Se guadagna “tanto”, gliene diamo trenta. E di conseguenza: se uno guadagna poco, il fornaio gli deve mettere il pane a cinque centesimi al chilo anche se ci rimette. Mentre bisogna vietargli di regalarlo o di effettuare sconti a chi è “ricco”, anche se è un suo amico personale. Perché l’omicidio non è uguale per tutti, secondo i teorici dell’uguaglianza a oltranza. E il costo della produzione del pane non è lo stesso se lo vendo a un povero o a un ricco. Qualcuno spaccia ancora Marx, Keynes e Krugman per economisti? Stesso discorso, ovviamente, per Draghi, Prodi, Visco e Monti.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti