di PAOLO L. BERNARDINI
Generalmente, il nazionalismo è foriero di sventure. Vi sono tuttavia alcuni elementi su cui riflettere, e il mio lungo viaggio in Finlandia, che volge ora al termine, mi ha consentito almeno in parte di farlo.
La costruzione della Finlandia indipendente deve molto al nazionalismo ottocentesco, che poi fu fomite, nel secolo successivo, di infinite disgrazie. Ma non in Finlandia, ove il nazionalismo è legato ad una doverosa protezione di un’identità, una lingua, e soprattutto un paesaggio peculiari, in un processo infinitamente lungo di acquisizione dell’indipendenza: sei secoli sotto la Svezia, fino al 1809; un secolo e passa sotto la Russia, fino al 1917. E poi, a coronamento, una guerra civile tra rossi e bianchi conclusa con la creazione dello stato finlandese attuale, passando perfino attraverso uno “stato fantoccio” ma importante nella lotta contro il bolscevismo, quel “Regno di Finlandia” durato un anno appena e mai davvero realizzato,