di ALESSANDRO MORANDINI
Roberto Agirmo sembra, tra i leader del variegatissimo mondo che in Veneto interpreta la presenza dello stato italiano come elemento negativo, la persona che meglio ha compreso, ed in anticipo, non solo la necessità una lotta politica di lungo respiro, ma soprattutto la modalità generale a cui questa lotta si deve conformare.
In queste primi giorni di relativa libertà, più o meno tutte le voci dell’indipendentismo e dell’autonomismo veneto si sono fatte sentire, in vario modo, ed hanno tuonato con diversa intensità contro l’oppressione terroristica dello stato italiano, che ha usato la crisi Coronavirus per esercitare senza più alcuna remora o cautela la facoltà sua fondante: l’autoritarismo, ovvero il disprezzo di quei principi che pongono il rispetto delle libertà personali quale limite invalicabile.
Gran parte di queste voci si sono concentrate, giustamente, sui gravissimi problemi economici derivanti dalla crisi. Chi per sottolineare
Cosa dire, grazie sia al giornalista Alessandro Morandini che non ho il piacere di conoscere e grazie a miglioverde!
Condivido e confido su un aspetto in particolare ….. vorrei che molti altri provassero come sto facendo a RI portare la gente nelle piazze!
Possibilmente senza estremizzare ma razionalizzando la “protesta” democratica.
Il problema NON sono gli indipendentisti, uomini e donne tutti e tutte piene di buona volontà, è il POPOLO VENETO che è rassegnato alla fine, vuol scomparire. Lo si lasci morire in pace! Siamo in un caso di accanimento terapeutico…
C è un rapporto tra il modo in cui l’indipendentismo agisce e la sua credibilità, ovvero un rapporto tramezzi e fini. E, conseguentemente, un rapporto tra indipendentismo e popolo. Non penso che i Veneti siano orientati verso il suicidio, almeno consapevolmente. Il modo in cui questi rapporti si realizzeranno determinerà il futuro del popolo Veneto, che pur non essendone consapevole può suo malgrado essere in cammino, certamente, anche lungo il sentiero del suicidio.