Antonio Misiani è stato scelto come responsabile per l’economia dalla neo segretaria del PD Elly Schlein. Intervistato dal Sole 24 Ore, alla domanda su come conciliare la transizione green con la tutela dei posti di lavoro, Misiani ha risposto così:
“Primo: la decarbonizzazione è necessaria, altrimenti i danni ambientali, economici e sociali saranno devastanti. Secondo: la transizione ecologica non è una passeggiata di salute ma pensare di affrontarla, come fa la destra, semplicemente facendo muro contro l’Europa non ci porta da nessuna parte come è accaduto sui combustibili sintetici, con il governo Meloni che ha fatto il portatore d’acqua per i tedeschi rimanendo con un pugno di mosche. In Europa dobbiamo batterci non per guadagnare tempo ma per mutualizzare i costi della transizione, ottenendo le risorse necessarie per aiutare il nostro sistema industriale ad affrontare la conversione ecologica.”
Vorrei soffermarmi sull’ultima frase. Quello che afferma Misiani è tanto sbagliato quanto irrealistico. Sbagliato perché non credo proprio che la soluzione di un problema consista nel porne i costi in carico, almeno in parte, ad altri. Irrealistico perché la richiesta di mutualizzazione verrebbe respinta al pari di tutte le altre finora presentate, per qualsivoglia materia.
Trovo quindi altrettanto penoso sia l’atteggiamento di chi vorrebbe avere un approccio muscolare, pur non potendoselo permettere (come chi governa oggi), sia quello di chi crede che, con un apprccio morbido (e in realtà accattone) si possa ottenere la tanto sperata mutualizzazione.
Quando finì il lungo “regno” di Angela Merkel, a sud delle Alpi c’era grande attesa per l’avvento al potere della sinistra in Germania, nella speranza di ottenere un atteggiamento più propenso alla mutualizzazione. Il risultato è stato un governo rossoverde, con una piccola presenza liberale, che, pur tutelando i propri interressi nazionali, ha portato l’Europa ancora più verso il talebanesimo ambientalista espresso sciaguratamente, per esempio, dal socialista olandese Frans Timmermans, vice presidente della Commissione.
Quello stesso talebanesimo che, oltre a portarci dalla dipendenza dalla Russia a quella nei confronti della Cina senza soluzione di continuità, rischia seriamente di lasciare a piedi una moltitudine di europei che non potranno permettersi un dispositivo elettrico a quattro ruote. Altro che ottenere le “risorse necessarie per aiutare il nostro sistema industriale ad affrontare la conversione ecologica.“
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