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L’egemonia culturale di una ideologia criminale

Da leggere

di MATTEO CORSINI

Quando lessi il classico di Hans-Hermann Hoppe “Democrazia, il dio che ha fallito”, non ne condivisi tutte le tesi, ma certamente, da libertario, non ho mai considerato divina la democrazia, e neppure il minore dei mali. L’alternativa ovviamente non sono dittature di vario orientamento ideologico. Ma la democrazia non รจ altro che una dittatura annacquata.
Il titolo del libro di Hoppe mi รจ sempre sembrato geniale. Per un credente, la divinitร  รจ infallibile per definizione, per cui un dio che fallisce rappresenta un ossimoro. In altri termini, un dio che fallisce non puรฒ essere realmente un dio. E che la democrazia abbia ripetutamente fallito dovrebbe essere fuori discussione. Per di piรน, l’idea moderna di potere al popolo rappresentata dal suffragio universale รจ poi svuotata in modo piรน o meno sostanziale, con un governo di gruppi ristretti di persone che pretendono di sapere cosa sia bene per tutti quanti. Perchรฉ tutti si suppone siano capaci di intendere e di volere il giorno delle elezioni, ma non nei restanti.
Per lo meno nell’antica Grecia la democrazia era praticata senza questo velo di ipocrisia. Non va certo meglio con le varie forme di totalitarismo che si sono succedute nel corso della storia, perchรฉ in quel caso รจ massima la violazione del principio di non aggressione. Quelle dell’ultimo secolo sono state prevalentemente di stampo nazista-fascista o comunista.
Fatto sta che la Seconda Guerra mondiale fu iniziata e persa da dittatori nazi-fascisti e tra i vincitori di quella guerra ci fu pure la comunistissima Unione sovietica, che poi comandรฒ su tutta l’Europa orientale fino a poco piรน di tre decenni fa. Mentre a oriente la Cina divenne una dittatura comunista a metร  del secolo scorso e ancora oggi non sono ammessi altri partiti.
La contabilitร  dei morti dovrebbe essere imbarazzante, eppure nel 2023 non solo ci sono ancora regimi comunisti che siedono ai tavoli multilaterali con la stessa dignitร  (e maggior potere) di tante democrazie, ma nell’Occidente democratico si continua a combattere un fascismo ormai impersonato solo da qualche ridicolo nostalgico, trattando invece con rispetto (quando non ossequio) chi continua a essere comunista.
E quindi anche in occasione dell’ultimo 25 aprile, in cui il dibattito ha toccato punte di surrealismo particolarmente elevate dato che il partito di maggioranza relativa รจ di destra e i suoi esponenti (alcuni peraltro autentiche macchiette) sarebbero stati reticenti nel dirsi antifascisti, non sono mancati i soliti intellettuali “dde sinistra” in difesa del comunismo.
Come la filosofa Donatella Di Cesare, secondo la quale non va bene “questa retorica di mettere due totalitarismi sullo stesso piano, perchรฉ questo, soprattutto in Italia, รจ inaccettabile. Il comunismo รจ stato ed รจ un progetto politico di emancipazione“. Ora, qui non si tratta di fare il processo alle intenzioni, ma i fatti hanno tragicamente dimostrato che il comunismo non solo non รจ stato, ma neppure รจ, dove ancora esiste, un progetto di emancipazione. Nรฉ potrebbe esserlo. Non so se รจ peggio non accettarlo o non averlo capito.

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1 COMMENT

  1. Certo, un grande progetto per emancipare burocrati e baroni accademici. All’interno di questo grande progetto ci sono gli intellettuali organici che dopo aver pontificato contro gli abusi sul corpo umano da parte dei nazisti, in quest’ultimo triennio hanno appoggiato le peggiori nefandezze neonaziste: le chiusure forzate, il lasciapassare verde, i trattamenti sanitari obbligatori. Tra questi intellettuali, appartenenti anche alla casta docente degli atenei, mi sembra risulti appartenere anche la storica della filosofia citata nell’articolo. Ognuno, da destra o da sinistra, puรฒ affermare che il proprio progetto sia rivolto all’emancipazione. Con parole diverse lo affermavano anche i nazifascisti al potere nel secolo scorso; invece di emancipazione, utilizzavano il termine “civiltร ”. Abbiamo visto poi quale. Ma su un punto si puรฒ convergere. I due totalitarismi non vanno messi sullo stesso piano in quanto il comunismo ha compiuto molti piรน danni. E non poteva non compierli, viste le sue basi teoriche. Che erano comunque finalizzate alla possibilitร  che il totalitarismo si… emancipasse. E oggi quale migliore occasione per proporre un “emancipass”? Magari “green”? Tanto l’intellettuale organico pronto al “sissignore” si trova sempre, oggi come ieri. Una volta avevamo un Marinetti nella esaltazione di un duce. Oggi abbiamo gli esaltatori… di Cesare! Forse anche DONAtori di nuTELLA, impiastro che piace tanto a uno che crede di essere un regista.

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