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L’inps è in coma e berlusconi promette più pensioni per tutti

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di MATTEO CORSINI

Già qualche settimana fa ho commentato la promessa di Silvio Berlusconi ai pensionati (evidentemente il suo target elettorale preferito) per portare le pensioni minime a 1000 euro mensili esentasse. Promessa reiterata: “Tutti hanno diritto di vivere la propria vecchiaia in maniera decorosa, senza preoccupazioni e senza privazioni materiali o morali. Per questo garantiremo a tutti una pensione minima di 1.000 euro non tassabili per 13 mensilità, restituendo a tutti gli anziani la dignità del loro passato di protagonisti nella società, per il valore umano e l’esperienza di cui sono portatori”.

E ancora:Quello che garantiamo sull’aumento delle pensioni minime, sull’abrogazione delle tasse sulla casa, sulle donazioni, sulla successione noi lo manterremo. Noi lo possiamo promettere in modo assolutamente credibile perché lo abbiamo già fatto quando eravamo al Governo.”

In base ai dati pubblicati dall’INPS sulla distribuzione delle pensioni (aggiornati al 2015, VEDI QUI), portare gli assegni a non meno di 1000 euro mensili avrebbe un costo di oltre 38 miliardi, ipotizzando di non avere cumuli. Altrimenti l’importo potrebbe essere molto superiore.

Non mi pare che la riduzione contestuale delle tasse, ancorché auspicabile, sia un modo per finanziare un aumento di spesa di tali dimensioni. Soprattutto, non c’è alcun motivo per garantire pensioni che non siano coperte da adeguati versamenti contributivi fatti a suo tempo dai beneficiari degli assegni, gravando ulteriormente su chi già paga fior di quattrini ogni mese per consentire all’INPS di erogare pensioni che in futuro saranno comunque un miraggio.

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4 COMMENTS

  1. può piacere o non piacere… sicuramente esperienza di vita ne ha da vendere in tutti i sensi… e più volte anche personalmente e concretamente ha dimostrato sensibilità verso chi è in difficoltà … credo che gli bruci dover dare due milioni di euro alla Veronica che non saprà neppure come spenderli… mentre lui tra ospedali in Africa o la casa a qualche senzatetto almeno qualche prova l’ha data… io non vado più a votare ma il giudizio sulla persona specie se raffrontata a tutti gli altri che parlano e parlano e basta solo sperando di mantenere per se stessi la poltrona ben pagata e’ sicuramente positivo….

  2. Sono proclami elettorali di un ottantenne statalista, digiuno di liberalismo.
    Anche lui , a suo tempo, ebbe il mio voto.
    Non l’avrà più, perché io a votare non ci vado più.
    Da anni , e per i prossimi anni.

  3. Personalmente sull’argomento ho opinioni molto confuse. Inizialmente ero favorevole alla chiusura dell’Inps e il passaggio alla previdenza privata, come accade in Svizzera e come è successo recentemente in Cile. Ognuno sceglie il suo fondo pensione, versa quel che può e quel che gli pare, va in pensione quando lo desidera e riceve in base a quanto ha versato. In questo modo, se applicato da noi, chi ha versato riceverebbe la pensione, chi ha versato poco come le pensioni statali, d’oro o baby, riceverebbe poco, chi ha versato nulla, come le pensioni sociali, riceverebbe niente. Lo Stato smetterebbe di usare i nostri soli delle tasse per sostenere le pensioni di postini, ferrovieri, smetterebbe di usare i soldi delle nostre pensioni per le pensioni statali, quelle d’oro, quelle sociali e la cassa integrazione.
    Sarebbe un aspetto di equità che però provocherebbe problemi: chi riceve una pensione sociale o statale (visto che lo Stato non versa i contributi…..) si troverebbe improvvisamente senza reddito, se si passa al reddito di cittadinanza, come propone qualcuno, non si risolve nulla, si può solo sperare che queste persone abbiano figli in vita con un reddito tale da mantenerli ma di questi tempi è più probabil l’opposto.
    Il passaggio al contributivo totale però pone, a mio parere, un problema che mi è venuto in mente in questi giorni: con il passaggio all’Euro i prezzi sono raddoppiati. Mi spiego, per anni abbiamo versato i contributi previdenziali con un certo reddito ed un certo costo della vita, se tutto fosse rimasto costante non ci sarebbero problemi. Ma se il costo della vita raddoppia e i salari (e di conseguenza i contributi versati no) ecco che allora tutto quello che abbiamo versato non basta ad assicurare una vita dignitosa al momento della pensione. Quindi o si abbassa il costo della vita a livelli pre-euro oppure tutti i contributi versati dovrebbero essere rivalutati al costo attuale della vita. Ma chi ci mette i soldi? Mi pare un bel problema.

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