venerdì, Marzo 29, 2024
8.5 C
Milano

Fondatori: Gilberto Oneto, Leonardo Facco, Gianluca Marchi

Lo stato dei veneti, l’orgoglio di vivere indipendenti

Da leggere

di DAVIDE LOVAT

Questo libro è stato scritto perché un popolo deve avere una missione da compiere, un obiettivo da raggiungere, qualcosa di grande da fare per il quale essere fieri e orgogliosi di appartenervi. Il popolo veneto all’interno dell’Italia è umiliato e privato di ogni tensione positiva verso il futuro e il calo delle nascite è il chiaro segnale di questa perdita di fiducia in se stessi e nella vita. Bisogna trovare di nuovo qualcosa che ci coinvolga tutti, che ci possa impegnare con tutte le nostre migliori energie, che dia un senso alla nostra esistenza e che ci consenta di avere una speranza per i nostri figli. Qualcosa che ci dia l’orgoglio di vivere e perciò il desiderio di trasmettere la vita stessa. La Storia è in evoluzione, gli Stati e i confini sono sempre cambiati e sempre cambieranno. Per ricostruire uno Stato indipendente e moderno sul territorio dove fu quello antico, bisogna prima ricostruire un immaginario collettivo, un’identità di sentimenti e di vedute, un patrimonio culturale condiviso che c’è, ma è disordinatamente disperso nella confusione e nell’indistinzione portata dal dominio italiano prima e americano poi.

Il proposito di queste pagine è di far riflettere sulla millenaria specificità storica e culturale dell’identità del popolo veneto, così diverso dalle altre genti italiche, sulla diversità politica conclamata nei secoli, ma anche sulla globalizzazione, sulla crisi economica e morale dell’Occidente, sull’Europa che vogliamo costruire per il futuro. Infine viene fatto un ragionamento dettagliato sull’ipotetico Stato Veneto futuro, per stimolare la riflessione oltre la dimensione dei proclami generici. Per fare qualcosa, bisogna pensare al come.

DAVIDE LOVAT è Dottore in Scienze Politiche con indirizzo storico, laureato a Padova con tesi d’eccellenza in Filosofia del Diritto, docente di religione cattolica, ha già pubblicato “L’Italia era un bel progetto” (2006) “Tu sarai leghista! Leghista sarai tu!” (2010).
Si definisce ironicamente “Medico del corpo sociale” rilevando la mancanza di formazione specifica di gran parte della classe politica che si dedica a “curare il corpo comune” senza avere le nozioni per procurarne il bene. Dice di sè: “In Occidente nel XXI secolo stanno venendo sospese le libertà democratiche e gli Stati vengono trasformati in dominazioni di gruppi organizzati sovrannazionali che usano i partiti per tenere a bada il popolo sovrano, illudendolo di avere un potere. Essendo io cristiano cattolico, tomista, federalista e profondamente democratico, in questa situazione mi posso definire solo come DISSIDENTE POLITICO e il mio impegno andrà sempre più marcatamente contro il sistema delGrande Fratello della Finanza che sta progressivamente sottomettendoil mondo intero.”

LEGGETE QUI UN ESTRATTO DEL LIBRO: LO STATO DEI VENETI-SINOSSI

Per acquistare il libro clicca qui: acquista il libro

Correlati

20 COMMENTS

  1. Parlare di popolo veneto è come parlare di popolo abruzzese o parmense.
    Il dialetto veneto poi è uno di quelli che meno si discosta dalla lingua italiana. Basti pensare a certe parlate pugliesi o napoletane.
    E i cosiddetti paleoveneti erano tra le popolazioni italiche più vicine, etnolinguisticamente, agli antichi romani; il loro idioma era molto affine al latino a differenza di quello etrusco, ligure e celtico.

    Ma basta aprire qualsiasi rubrica telefonica per accorgersi che da Chioggia a Ravenna non cambia ‘na mazza.
    I 5 cognomi più diffusi a Chioggia: Boscolo, Tiozzo, Penzo, Nordio, Zennaro.
    A Ravenna: Montanari, Fabbri, Casadio, Rossi, Mazzotti.

    Ora veniamo a chi, in diritto, appartiene a un popolo diverso da quello italico. Qualche esempio:

    http://italia.indettaglio.it/ita/valledaosta/oyace.html
    http://italia.indettaglio.it/ita/valledaosta/chatillon.html
    http://italia.indettaglio.it/ita/piemonte/roure.html
    http://italia.indettaglio.it/ita/piemonte/oulx.html
    http://italia.indettaglio.it/ita/piemonte/usseaux.html
    http://italia.indettaglio.it/ita/piemonte/fenestrelle.html
    http://italia.indettaglio.it/ita/trentinoaltoadige/sarentino.html
    http://italia.indettaglio.it/ita/trentinoaltoadige/sancandido.html
    http://italia.indettaglio.it/ita/trentinoaltoadige/monguelfotesido.html

    Ancora convinti? Buona indipendenza, italiani!

    • Un po’ di esercizi facili senza parole difficili.
      Fai la traduzione in italiano senza cambiare la grammatica:

      -Gero drio dirte
      -Te gaeo ciamà?
      -Te pararìsi bon far le robe drio man
      -Sito furbo?
      -Gheto magnà cren ke basta?
      -Sò quà da mi mi soeo
      -Go butà su 3 kg
      -El me ga dito ke el riva doman
      -I xe vegnesti far su el masçio.
      -Pensito de eser beo soeo ke ti?
      -Te te sì dezmentegà naltro colpo.
      -I fascisti i xe i pi macaki.
      -Varda ti se mi go da perder ncora tenpo co ki ke vol saver na pajina de pi del libro.

  2. La questione è sempre quella: esiste un popolo veneto? quali sono le caratteristiche che rendono un gruppo di persone popolo? la lingua? e perché? la religione? e perché? la storia? ecco forse quest’ultima si, intesa come somma di esperienze collettive che formano il carattere nazionale. Spiace per chi ci crede ma non esiste un popolo veneto perché non è mai esistito uno stato veneto, l’incomprensione di fondo è che si confonde l’esperienza veneziana con la nascita di una nazione veneta.
    Venezia non ha mai cercato di creare una nazione e fa molto ridere sentir dire da qualche venetista che il Veneto fu nazione per 1000 anni, Venezia lo fu non il Veneto; Padova divenne veneziana nel 1405, Verona e Vicenza idem quindi direi che gli anni non sono 1000 (per la terraferma), non sono nemmeno pochi ma non si formo mai una coscienza nazionale perché Venezia era separata dalla terraferma e così rimase fino al 1797 poco importa che si sia diffuso un idioma veneto, oggi molto più standardizzato per via della pressione “esterna” dell’italiano di quanto non fosse 100 anni fa. Poi se questo Stato è allo sfascio e si vuole creare altro va bene, se il punto sono le tasse e la burocrazia saranno questi i motivi per fondare uno Stato veneto, sarebbe ora di volgere lo sguardo al futuro e abbandonare questi sogni ottocenteschi di nazioni, popoli, purezze etniche e altre illusioni perché fondare un Paese su questo sarebbe come tornare indietro e sinceramente non vedrei nessun cambiamento rispetto al recente passato.

    • Venesia(e anca staltri Stati de l’epoca) no ga sercà de far su na Nasion parké el nasionaizmo no gera gnanca nato, ma ‘a xe na idea nata co l’illuminizmo.
      I veneti xe stai soto Roma, Venesia, el Sacro Roman Inpero e l’Austria, ma i gera veneti, no italiani. In geografia italici. Al tenpo de Roma i gera romani(come anca i cartaginexi o i Galli, ma no italiani.
      Existe la lengoa veneta co na pasua de varianti ke se capise ben una fra staltre, no ghe ne una de uficiae, no ghe xe gnanca na grafia ufciae e no xe ghe ne xe stà fata una a tavoin come ke xe capità par l’italian ke ga insenbrà toscan-sicilian-occitan, ma no vol dir ke no la exista…senò mi cosa parloi…na variante dea lengoa italiana? No me despiaxe, xe nato prima el veneto de l’italian e come gramatica el xe tanto pi rente al castilian e francexe ke a l’italian.

    • … Poi se questo Stato è allo sfascio e si vuole creare altro va bene, se il punto sono le tasse e la burocrazia saranno questi i motivi per fondare uno Stato veneto, sarebbe ora di volgere lo sguardo al futuro e abbandonare questi sogni ottocenteschi di nazioni, popoli, purezze etniche e altre illusioni perché fondare un Paese su questo sarebbe come tornare indietro e sinceramente non vedrei nessun cambiamento rispetto al recente passato. …

      xfetto… i cisalpini debbono essere un popolo nuovo … una nuova nazione… portatrice della loro propria pekuliare kultura del lavoro, di progresso in tutti i kampi e dei valori sociali ke esprime kuotidianamente nella civile vita e mutuo rispetto interpersonale …

      sono kuesti sufficenti valori x aspirare ad essere liberi ed indipendenti da roma despota e meretrice, e dagli italiani nostri oppressori …

    • Caro Tito Livio,
      il mio libro rigetta i “sogni ottocenteschi di nazioni, popoli, purezze etniche e altre illusioni perché fondare un Paese su questo sarebbe come tornare indietro e sinceramente non vedrei nessun cambiamento rispetto al recente passato”, e si orienta esattamente al futuro, partendo dal presente sapendo come ci si è arrivati. Dal punto di vista dell’antropologia culturale, glielo assicuro, il popolo veneto esiste eccome (molti più dubbi ci sono sul “popolo italiano”) e su questa base si sviluppa il ragionamento sul diritto all’autodeterminazione, sul bisogno di identità come risposta all’ideologia mondialista che è il nuovo totalitarismo, e infine sull’Europa che vorremmo. Di libri passatisti ne hanno già scritti troppi, io guardo avanti perché la Storia è dinamica e in divenire continuo. Come gli Stati e i loro confini, del resto….

  3. Dottor Lovat mi piacerebbe che brevemente indicasse perché considera i veneti un popolo.
    Io sono veneto ma non vedo l’esistenza di questo popolo a sé all’interno della parte settentrionale dello stivale.
    Sono italiano dell’Alta Italia, accomunato agli altri italiani di quest’area da caratteristiche etniche ben precise, le stesse che ci differenziano dagli italiani del sud, ma il Veneto ripeto lo considero unicamente un ente territoriale dello stato italiano e nulla più.

    • Gentile Gino, al prossimo referendum sull’autodeterminazione del popolo veneto, avrà la possibilità di indicare con un NO la sua volontà di non autodeterminarsi. Se poi il popolo veneto sceglie democraticamente di autodeterminarsi, Lei avrà due scelte: o rimanere nel nuovo Stato Veneto o di andare in Italia a continuare a pagare le tasse che ogni cittadino veneto è stato costretto a pagare grazie allo Stato italiano.
      Libero di scegliere, come ce l’ho anch’io: scelgo la libertà.
      WSM

    • Caro Gino, a parte il contenuto del libro e a parte la Storia…. Guardi una cartina dell’Italia unita nel 1861 e si chieda come mai manca proprio quel pezzo…. Guardi una cartina dell’Italia nel 1500…. Una del 1000 …. Guardi quella dell’Impero Romano alla voce “X regio Venetia et Histria”…. Le genti italiche sono tante, ma i popoli propriamente detti da un punto di vista antropologico culturale sono solo 2: il sardo e il veneto. Lo stesso Manzoni definiva “volgo disperso che nome non ha” l’insieme delle genti (non un “popolo”) italiche, che solo con l’unità poterono trovare un’identità. Le genti italiche furono sempre dominate da stranieri, dopo la caduta dell’Impero Romano; non così i veneti, che per molti secoli furono i soli indipendenti dal Sacro Romano impero come da Bisanzio. Potrei dilungarmi a lungo ma le chiedo un’apertura di credito: il mio libro serve anche a risvegliare la memoria che la propaganda italiana ha quasi cancellato. Ma se io non fossi ritenuto degno di fiducia, si compri il monumentale capolavoro di Alvise Zorzi “LA REPUBBLICA DEL LEONE” e capirà come sia sbagliato definire i veneti “italiani”: italici sì, italiani no…. Lo dico senza il minimo sentimento livoroso, è pura constatazione storica e antropologica…..

    • Aggiungo anche che il mio lavoro è orientato al futuro, non al passato. Partendo dall’analisi del presente, cioè dallo “stato” dei veneti pensando anche a un possibile “Stato” dei veneti….. Niente discorsi etno-nazionalisti, solo al massimo un po’ di antropologia culturale che è una materia della massima dignità accademica…..

    • popolo1
      [pò-po-lo]
      ant. populo
      s.m.
      1 Complesso di persone che condividono un medesimo patrimonio di tradizioni e cultura, parlano la stessa lingua e abitano di solito uno stesso territorio: i popoli della terra; popoli primitivi, antichi, moderni; popoli indoeuropei, africani, asiatici

      ‘A parte ‘e tradision cristian-cattoliche par el resto no ghe xe tanto in comune…in Comune si, l’Ente Comune, ma la xe soeo burocrasia.
      Par exenpio Totò par mi no fà ridere gnanca ai poeastri, ma a Napoi e kee bande la i vien mati par lu.
      Come lengoa e cultura ghemo l’influensa latina, ma el venete xe tanto pi visin ae lengoe iberike ke a quee a sud dea famoxa “linea Massa-Senigallia”.
      El “familismo amorare” inte’e Venesie el ghe xe anca, ma el xe considerà come un virus. Xò del Rubicone el xe considerà normae, ansi na roba ke bixognarìa tuti far.
      A Lecce o Catania l’invadensa e el no capir quando moearghea xe vista come “essere calorosi”, na roba bea.
      ‘A pastasuta vien magnà tanto anca in Albania e ‘a pizza napoletana par un veneto ‘a xe bona, ma stomegoxa…eora ‘e vien fate difarente…come in tuto el mondo ‘e vien fate difarente.
      Star co ‘e man in man par un veneto xe da coparse. Un auxonico farìa de tuto par no far na tega.
      Par un veneto uno ke fà un mucio de sesti par parlar, movendo e man guaivo, el xe considerà un simioto.
      Par un veneto el rangiarse xe ben, par un napoetan tuti ghe deve calcosa a lu.
      etc, etc, etc…go da ndar vanti ncora???

  4. In questo libro offro una visione alternativa al nazionalismo o al clericalismo, mali endemici dell’indipendentismo non solo veneto, e dimostro che sul territorio italiano può sussistere una Repubblica di S.Marino indipendente e, per lo stesso motivo, può tornare a esistere (se lo vogliamo) sullo stesso territorio di prima la plurisecolare Repubblica di San Marco, adattata al presente e in forma nuova…. Ma la parte ideologica (la prima metà) è valida anche fuori dal contesto veneto, il libro può interessare a chiunque si ritenga indipendentista e non voglia finire invece nell’autonomismo o nella solita protesta verso Roma…

    • Direi però che San Marino esiste per un semplice motivo: è stato un paradiso fiscale fino a pochi anni fa.
      Il punto sui veneti è sempre quello ossia esiste un popolo veneto? per me no, esiste un idioma veneto? si.
      I veneti vorrebbero l’indipendenza per una questione fiscale? penso proprio di si perché non esiste una coscienza veneta.

  5. Perché parlate per pregiudizi, anziché leggere, studiare e poi parlare? Nel mio libro prendo apertamente le distanze dal clericalismo e da ogni nazionalismo….. Bisognerebbe avere l’umiltà di parlare dopo aver letto, non prima…..

  6. Nello “Stato Veneto” i nuovi nati sono tutti arabi,est-europei,neri africani e sudamericani… Siete talmente “nazionalisti” che a Padova vi cacate addosso se gli arabi che fanno il bello e cattivo tempo spacciado droga alla luce del sole, vi guardano storto. Cari nazionalisti veneti…..e voi siete delle ochette gay starnazzanti !

  7. koi preti non fai nessuna rivoluzione nè addiverrai ad alkun riskatto popolare… solo servilismo, pelosa karità e stupidità…

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Articoli recenti