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Lo stato punta sempre ad avere il monopolio

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di MURRAY N. ROTHBARD

Supponiamo, ad esempio, che in un quartiere vi siano molti negozi di meloni in concorrenza tra loro. Smith, uno dei venditori, scaccia dal quartiere con la violenza tutti i suoi concorrenti; in altri termini, egli fa uso della violenza per costituire un monopolio forzoso sulla vendita dei meloni in una particolare area.

Ciò significa forse che l’uso della forza da parte di Smith per costituire e conservare il proprio monopolio era essenziale per la fornitura di meloni nel quartiere? Certamente no. Infatti esistevano altri venditori, pronti a competere con Smith non appena questi avesse cessato di usare la forza o di minacciarne l’impiego.

Inoltre, lo studio dell’economia dimostra che il servizio fornito da Smith, il monopolista coercitivo, tenderà ad essere scadente, sia sotto il profilo della qualità, sia sotto quello dell’efficienza. Protetto dalla concorrenza grazie all’uso della forza, Smith potrà permettersi di fornire un servizio costoso e inefficiente, giacché i consumatori verrebbero privati di alternative.

Vi è da aggiungere che, se un gruppo di persone chiedesse l’abolizione del monopolio imposto da Smith, ben pochi avrebbero la faccia tosta di accusare questi “abolizionisti” di voler privare i consumatori degli agognati meloni.

Ebbene, lo Stato non è altro che il nostro Smith, con la differenza che esso opera su scala gigantesca ed è onnipresente. Per tutto il corso della storia umana, gruppi di uomini che si facevano chiamare “il governo” o “lo Stato” hanno cercato – solitamente riuscendovi – di ottenere un monopolio forzoso sulle “alture dominanti” dell’economia e della società.

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