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Media Freedom Act, la ridicola difesa della libertà di stampa europea

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di PIETRO AGRIESTI

Il Media Freedom Act è una proposta legislativa della commissione europea per “proteggere la libertà di informazione, proibire azioni di spionaggio contro i giornalisti e rafforzare l’indipendenza editoriale.”

“I media sono un pilastro della democrazia”, ha dichiarato la Commissaria ai Valori e alla Trasparenza Vera Jourova, a proposito dell’MFA. “Ma oggi questo pilastro si sta incrinando, con i tentativi di governi e gruppi privati di esercitare pressioni sui media. Per questo motivo la Commissione proporrà regole e garanzie comuni per proteggere l’indipendenza e il pluralismo dei media. I giornalisti devono poter svolgere il loro lavoro, informare i cittadini e chiedere conto al potere senza timori o favori”.

Indubbiamente in democrazia i media avrebbero teoricamente un ruolo fondamentale da svolgere, e indubbiamente sia per quanto riguarda l’informare i cittadini che il chiedere conto al potere sono molto carenti. Ma se i media non svolgono il loro ruolo nella discussione pubblica, non informano e non fanno da Quarto Potere, non è compromesso l’intero sistema democratico?

Abbiamo visto i media attraverso il Russiagate, le proteste di Blm, il caso Rittenhouse, il covid, i fatti del 6 gennaio, l’amministrazione Trump e quella Biden, lo scandalo Hunter Biden, il Trucker Convoy, i Twitter Files, la causa in corso contro Fauci e l’amministrazione Biden da parte dei procuratori della Louisiana e del Missouri e della New Civil Liberties Alliance, il leak delle mail di Fauci, e tanto altro. Come si sono comportati ad esempio i principali media italiani attraverso tutto questo?

Hanno difeso le istituzioni e la politica, non i cittadini. Li abbiamo visti evitare di dare le notizie, minimizzare, negare e giustificare. Li abbiamo visti e li vediamo interpretare il loro ruolo al contrario, come guardiani della versione istituzionale delle cose, come difensori del controllo politico dell’informazione e della discussione pubblica.

La realtà che abbiamo sotto gli occhi è opposta a quella dipinta dalle istituzioni e dai politici europei. Ciò che mette in pericolo la democrazia e che mette in crisi il ruolo dei media sono le istituzioni e la politica stessi. I media mainstream però a loro volta non rivendicano né indipendenza, né libertà. Sono convinti sostenitori di un approccio dirigista e corporativo.

Non c’è un solo argomento tra quelli che ho nominato sopra che sia stato coperto in maniera onesta, deontologica, indipendente, ragionevole. E questa integrazione fascistoide tra informazione, media, social e politica è essa stessa il principale problema, il principale ostacolo alla possibilità di “informare i cittadini e chiedere conto al potere senza timori o favori” e il principale responsabile della crisi della democrazia.

Non i novax, non i no green pass, non gli scettici del covid o del cambiamento climatico, non un rigurgito di neonazismo, non il razzismo strutturale, non i troll russi, non i media alternativi e i giornalisti indipendenti, non la Brexit, non Trump, non Salvini, non Farage, non Putin, non la Cina, non l’Iran, non QAnon, non CasaPound, non i cicli lunari, non gli alieni, non i rettiliani, etc… Non sono costoro il problema!

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