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Mike Pompeo a Biden: bisogna riconoscere l’indipendenza di Taiwan

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di REDAZIONE

L’ex segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha invitato gli Stati Uniti a riconoscere l’indipendenza di Taiwan durante una visita sull’isola questa settimana.

Pompeo ha pubblicamente affermato giovedì scorso che il governo Biden deve compiere un passo “in attesa da molto tempo”: riconoscere l’indipendenza del Paese asiatico dalla Cina comunista.

“Secondo me, il governo degli Stati Uniti dovrebbe immediatamente prendere provvedimenti, attesi da tempo, per fare la cosa giusta e ovvia: ovvero offrire alla Repubblica di Cina (Taiwan) il riconoscimento diplomatico degli Stati Uniti come Paese libero e sovrano”, il l’ex segretario di Stato ha scritto sul suo account Twitter.

Taiwan, il cui nome ufficiale, come ha ricordato Pompeo, è Repubblica di Cina, è l’ultima ridotta della Cina che ha resistito al comunismo guidato da Mao Zedong. Nel contesto della guerra civile cinese, i nazionalisti del Kuomintang, guidati da Chiang Kai-shek, furono sconfitti sulla terraferma da Mao Zedong. I comunisti fondarono la Repubblica popolare cinese.

Nel 1949 il governo di Chiang, trascinato dalla spinta comunista, si rifugiò nell’isola di Taiwan, lasciando l’isola come ultima roccaforte della Repubblica Cinese, con Taipei come capitale.

Questa situazione “temporanea” continua ancora oggi. I comunisti rivendicano l’isola come parte del loro territorio, mentre i taiwanesi cercano il riconoscimento internazionale che, per ora, è ridotto, con solo 14 paesi che la riconoscono come tale. Il sostegno degli Stati Uniti sarebbe un enorme passo avanti per Taiwan e un duro colpo alla tirannia della Cina continentale.

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2 COMMENTS

  1. Giusto, signor Pompeo, condivido. Qualche domanda, però: perché non la riconobbe Lei quando era ministro degli esteri nel governo precedente? Perché invece di chiederlo adesso a Biden, il cui figlio ha buoni rapporti commerciali con la Cina, non lo chiese a suo tempo al predecessore di Biden? Perché detto predecessore non ci pensò da sé? E perché se non ci pensò allora, non lo chiede adesso condividendo l’iniziativa del suo ex ministro? Alle ultime due domande dovrebbe forse rispondere l’ex presidente ma sull’elenco telefonico non riesco a trovare la voce “TRUMP Donald”. Proverò su Twitter.

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