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Non date a cesare quel che non è di cesare

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di MATTEO CORSINI

Sono in tanti a interrogarsi su come fare per migliorare il sistema fiscale italiano, a maggior ragione in un momento in cui ci sono soggetti le cui attività in gran parte sfuggono all’imposizione fiscale. Vittorio Emanuele Falsitta, sul Sole 24Ore, inizia così un articolo: “Dare a Cesare quel che è di Cesare significa possedere un ordinamento giuridico che individui Cesare, cosa gli spetti e con quali criteri ripartire il dovuto. Poiché questi effetti sono affidati all’ordinamento, avanti a tutto occorre rispondere alla domanda: il nostro ordinamento è capace di dare a Cesare quel che è suo e senza creare ingiuste discriminazioni?

Non entrando nel merito di quanto volesse affermare Gesù quando disse “Date a Cesare quel che è di Cesare”, che i tassatori di ogni epoca e luogo hanno sempre preferito considerare come un anatema contro l’evasione fiscale ancorché ciò non sia per nulla pacifico, l’affermazione di Falsitta a me pare più che discutibile.

In primo luogo, è lo stesso Cesare che stabilisce il contenuto dell’ordinamento, individuando se stesso come avente diritto al gettito fiscale. Non solo, ma è sempre lo stesso Cesare a quantificare ciò che “gli spetta”, sostanzialmente svuotando il contenuto del diritto di proprietà privata, ancorché in modo legale. Ne consegue che, per definizione, ogni ordinamento fiscale crea “ingiuste discriminazioni”.

Più avanti Falsitta avanza anche un’ipotesi per contrastare l’evasone fiscale: “Senza dimenticare Benvenuto Griziotti, Antonio Berliri o Ezio Vanoni, solo per fare qualche nome di mostro sacro, occorrerebbe osservare anche Jeff Bezos di Amazon, Zuckerberg e concepire meccanismi di psicometria predittiva, come fanno loro e come accade ormai quasi ovunque: concepire nell’accertamento elementi di psicometria predittiva significa studiare e profilare l’evasore fiscale e anticiparne le mosse, per poi, convocarlo, istruirlo e convincerlo che sta sbagliando senza alcuna convenienza. Dunque, prima che consumi la condotta illecita”.

In sostanza all’Agenzia delle entrate e alla Guardia di Finanza dovrebbero assumere psicologi specializzati in psicometria, per profilare i possibili evasori e fare un’azione preventiva. Che detta in soldoni sarebbe una sorta di intimidazione vera e propria. Sì perché, a differenza di Amazon o Facebook, in questo caso non verrebbero proposti prodotti che, in base al profilo dell’individuo, dovrebbero portare a un acquisto (pur sempre volontario), bensì a una minaccia bella e buona. Un’attività che, quando svolta da un soggetto privato, sarebbe considerata criminale.

Ma non quando Cesare stabilisce per legge quanto gli spetta.

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7 COMMENTS

  1. Non é possibile correggere il sistema Fiscale Italiano se non si parte dai costi della Politica e da tutti quei cosi o cose non so come chiamarli diversamente, ben remunerati che scaldano le poltrone. Paragonabili ad uno zoo di bipedi da vetrina che recitano il loro copione per raccogliere consensi. Ci vuole un uomo, uno solo capace di guidare il paese e in 12 mesi riportare l’Italia con il dovuto rispetto nel mondo.

    Anthony Ceresa Italia International Association.

  2. Anche questa volta c’è un grave errore nella citazione, peraltro comunissimo e non so se per pressapochismo o per dolo.
    Il Galileo ha detto ” RENDETE” non “date”. Il verbo greco usato è “apodote”, cioè rendere, restituire, dare indietro. Ergo va a farsi benedire il presunto anatema , anzi vien fuori il contrario, ecco perchè ho parlato di dolo.
    Ad abundantiam cito qui, esattamente, il pensiero del Nazareno circa i legislatori: ” guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, che voi non toccate nemmeno con un dito”.
    Non penso ci sia altro da dire. Ora spiegatemi i cattocomunisti, gli statalisti, i costituzionalisti, tutti gli “isti”……. forse, recte, gli “ioni”, anche in malafede.
    Amen, amen .

    G. Vigni

    • Non mi rimane che complimentarmi , di nuovo, per la sua dotta riflessione, signor Vigni. In effetti , da profano , davo per buona la prima frase ovvero quel “dare” che è ben diverso dal rendere. Ovviamente chi propende per la prima parabola scordandosi di ciò che poi il Nazzareno precisa in seguito, come lei bene ha evidenziato, è in palese malafede. È un “ista” , in malafede se poi non ha conoscenza di tali argomenti e reputa verità ciò che non lo è , allora si può benissimo aggiungere il suffisso “ione” al malcapitato. In sintesi ricompare l’eterno dualismo tra malafede e imbecillità. Sia ben chiaro , però, che l’una non esclude l’altra. Un bel dilemma, non c’è che dire.

      • Egregio, facciamo un ulteriore passo. Qualche mille anni prima del Galileo, cotal Mosè ricevette le raccomandazioni dal Principale. Due recitano : non rubare e, ribadendo, non desiderare la roba d’altri. Cioè già il solo desiderio è una schifezza, figuriamoci l’azione. Adesso gli “isti” e/o “ioni” vogliono spiegarmi : il codice tributario, le leggi finanziarie, l’iva, l’irap et similia…………
        Alla luce, sfolgorante, di quanto sopra, tonnellate di teoria, carte, studi, simposi, scuole……. si possono così, concisamente e semplicemente, sintetizzare: SE TU DECIDI DI AVVALERTI DI UN SERVIZIO DI CESARE GLI PAGHERAI UN GIUSTO CORRISPETTIVO, NULLA DI PIU’.
        E’ quello che si fa, ad es., col fornaio, che scelgo io e gli pago la michetta.
        Ad maiora.

        G. Vigni

  3. Qualcuno ha detto “un popolo che non conosce la propria storia è destinato a commettere gli stessi errori!”. Se leggete “Declino e caduta dell’Impero Romano” di Gibbon vedrete che l’Impero bizantino aveva una fiscalità eccessiva, addirittura aveva una regola, stabiliva quanto una provincia doveva pagare di tasse, se c’era evasione allora tutti gli altri in quella provincia dovevano pagare di più per raggiungere la quota prefissata. Cosa vi ricorda, le manovre a gettito invariato? Pagare tutti per pagare meno?
    In ogni casi il risultato fu che qualunque provincia dell’Impero bizantino preferiva essere governati da altri, fossero anche gli arabi mussulmani, che infatti in Nord Africa fecero una passeggiata…
    C’erano province in cui si dovettero vendere i figli come schiavi per poter pagare le tasse. Cosa vi ricorda, i mutui per pagare le tasse, il 70% di tasse e contributi odierni?
    I nostri antenati Longobardi non trovarono praticamente resistenza quando si trasferirono da noi dopo vent’anni di guerre gotiche, le terre governate dai goti dopo aver riassaggiato la pressione fiscale bizantina erano ben felici di essere governati da chi si accontentava del 33% di pressione fiscale (1/3 delle terre).
    La pressione fiscale italiana è la nostra migliore alleata, in uno Stato in cui si fa il lavaggio del cervello fin dalle scuole elementari, dove è difficile avere una informazione corretta (a parte internet) il messaggio che i padani non sono geneticamente, linguisticamente, culturalmente, storicamente, geograficamente italiani non raggiunge tutti gli interessati. Il messaggio che gli italiani ci impongono il 70% di pressione fiscale e contributiva in cambio di nulla invece raggiunge tutti, se non si colpisce il cuore occorre colpire il portafoglio.

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