di PAOLO L. BERNARDINI
Care amiche, cari amici, impegni di famiglia pregressi mi tengono in Liguria. Ma sono con voi tutti col cuore e colla mente, in questa bella giornata che potrebbe significare un nuovo inizio per il Veneto. Anche in un contesto laico, come giusto che sia in politica, vorrei intitolare il mio intervento di oggi un “atto di fede”.
Per raggiungere i nostri obbiettivi, non occorre credere per prima cosa alla bontà dell’autonomia, dell’autogoverno, dell’indipendenza. In questo senz’altro crediamo tutti. Ma occorre credere – prima di tutto – e con tutta la convinzione possibile, all’esistenza di un popolo veneto, di una identità veneta, e di quel legame fondante per ogni comunità, da sempre, che è quello con un territorio, una lingua, una serie di tradizioni uniche, ma non solo uniche, storicamente rappresentate da almeno 5000 anni di storia, di cui naturalmente la Serenissima è la porzione più nota, più grandiosa, ma non la più lunga