di AURELIO MUSTACCIUOLI
Capisco la confusione dei libertari quando dibattono su quanto siano libertarie o meno le azioni di Milei piuttosto che quelle di Trump. Il problema, temo, è che il libertarismo viene confuso con ciò che non è.
Un capo di stato può avere o meno (più o meno salda) un’etica libertaria, ma è pur sempre il capo di uno stato e le sue azioni sono politiche e possono essere giudicate da un libertario solo in senso relativo, ovvero positivamente se comporteranno una riduzione dell’aggressione statale. I capi di stato, essendo politici, che utilizzano strumenti politici finanziati con l’aggressione, non non possono essere classificati come “perfettamente buoni” secondo i canoni dell’etica individuale, ma neanche come soggetti che utilizzano la forza in modo “perfettamente legittimo” secondo i canoni di un’etica sociale libertaria. Possono essere capaci o incapaci, efficaci o inetti, molto pericolosi o poco pericolosi, molto criminali o poco criminali, ma non buoni o cattivi, né libertari o non libertari.
Quando Milei o Trump, o chiunque altro, compiono azioni che vanno nella direzione della riduzione dell’aggressione statale, un libertario dovrebbe compiacersi. Se vanno nella direzione opposta, no.
Tuttavia un libertario non si può aspettare per ogni azione politica l’adesione totale ad un’etica libertaria anche da parte di chi dichiara di esserlo, perché ciò semplicemente non può accadere. È tuttavia evidente che ci sono leader politici le cui azioni contrastano in modo così evidente sia con un’etica individuale sia con un’etica libertaria che ci si dovrebbe augurare una loro rimozione. Ma spetta al buon senso e all’intelligenza dei singoli valutare quando ci troviamo in questa situazione.
Purtroppo, non viviamo in un’epoca in cui regna il buon senso e l’intelligenza, al contrario l’ideologia offusca entrambe.
COMMENTI ALL’ANALISI DI CUI SOPRA
Il mondo è diviso in Stati e questo non si può negare. Per il libertarismo vale un assioma politico generale, più potere ha lo Stato meno libertà hanno gli individui. Quindi l’unico politico gradito ai libertari è quello che opera per far avanzare le libertà degli individui a scapito del potere dello Stato. Fine del palo. E’ chiaro che se uno non è d’accordo sull’assioma politico dei libertari, nessun proficuo dibattito può avanzare.
(Mauro Gargaglione)
Per me Trump e Milei sono comunque molto diversi. Milei è un libertario ancap che ha ben presente cosa sia lo stato e che propone di ridurlo ai minimi termini, sia pure operando con realismo. Trump non è un libertario, ma il promotore di uno stato forte ed efficiente, per cui basta sostituire Biden il rimbambito e i dementi progressisti con Trump il genio, il grande affarista, il capitano d’impresa, l’uomo di mondo, realista, smaliziato e spregiudicato e i suoi patrioti Maga e tutto andrà bene.
(Pietro Agriesti)
Il massimalismo va bene nelle discussioni accademiche, ai raduni e alle cene tra amici libertari. Se non si riesce ad accettare che esiste una realtà con la quale ci si deve confrontare, non si è solo libertari, si è anche ottusi e illusi.
(Giuseppe Jordan Tagliabue)
E’ chiaro che un Capo di uno Stato, in quanto tale, non si può considerare “Libertario”. Ma per alcuni si può usare la formula “andare verso” il libertarismo. E’ il caso di Milei! Speriamo!