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Protezionismo e paternalismo… sintetici!

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di MATTEO CORSINI

Capita piuttosto spesso di sentire parlare di “principio di precauzione” come giustificazione per imporre obblighi o divieti. Sarebbe molto meglio se si seguisse il principio di non aggressione, ma, ahimé, il libertarismo non va per la maggiore.

Da ultimo il principio di precauzione è stato tirato in ballo dal governo per giustificare un disegno di legge volto a vietare sia la produzione, sia l’importazione e/o commercializzazione di alimenti, bevande o mangimi realizzati a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati. Si tratta per lo più della cosiddetta carne sintetica.

Il divieto trarrebbe origine dal fatto che non sia ancora chiaro se questi prodotti possano avere effetti nocivi per la salute. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare (stendiamo un velo pietoso sul sovranismo alimentare), ha dichiarato che il provvedimento dà “seguito a una richiesta sostenuta da centinaia di comuni, da quasi tutte le regioni e da una petizione firmata da oltre mezzo milione di firme raccolte da Coldiretti. Si tratta di prodotti realizzati in laboratorio che a nostro avviso non garantiscono né qualità, né benessere, né una maggiore tutela dell’ambiente e della biodiversità.”

Scontato il plauso di Coldiretti e in generale delle filiere produttive legate all’alimentare. A me pare, come fu per il caso degli OGM, che si tratti in realtà di un provvedimento restrittivo della libertà di scelta, con malcelati intenti protezionisti verso il settore primario. Anche perché si tirano in ballo la qualità e il benessere, che sono in ogni caso fattori soggettivi. Ogni prodotto dovrebbe essere ben riconoscibile, dopodiché ogni consumatore dovrebbe essere libero di scegliere.

Personalmente non sento la necessità di mangiare carne sintetica e dubito che lo farei anche se non ne fosse proibita la commercializzazione. Al tempo stesso, però, non vieterei, a chi volesse, di produrla, commercializzarla e consumarla.

Ogni protezionismo danneggia qualcuno e già per questo sarebbe da evitare. Se poi è accoppiato al paternalismo…

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