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Quella “società senza Stato” fatta di pirati, bucanieri e corsari

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di PAOLO L. BERNARDINI Dal punto di vista della storia del pensiero libertario, le società di corsari, pirati, bucanieri, con tutte le variazioni di status collegate appunto alla definizione, rappresenta qualcosa di paragonabile all’epopea del “selvaggio West”. Ovvero un campo di applicazione vastissimo, affascinante, e ancora in gran parte inesplorato, della “società senza stato”, ma non “senza regole”. Anzi. Dotata di proprie ferree regole, leggi e regolamenti, essenziali, e forniti di una moralità intrinseca fortissima, come testimoniato anche da codici scritti e tramandati. D’altra parte, la lezione di Kant, secondo cui anche una società di assassini e ladri non deve, al proprio interno, uccidere e rubare, pena il rapido dissolvimento della medesima, lezione mostrata con dettaglio di argomentazioni nella Metafisica dei costumi, era ben presente tra i pirati, certo non a casa propria nella filosofia classica tedesca, ma certamente nel buon senso che deve es
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