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Referendum svizzero: la moneta intera non è affatto la soluzione

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di GIOVANNI BIRINDELLI Domani in Svizzera si vota per un referendum importante: se vincesse il “Si” (pare improbabile, purtroppo), in tutta la Svizzera verrebbe impedito alle banche commerciali di creare denaro dal nulla attraverso la riserva frazionaria. In altre parole, verrebbe loro impedito di prestare denaro depositato (sul quale cioè le persone mantengono la piena disponibilità). Questo sarebbe un primo passo nella direzione dei “tradizionali principi legali che governano il deposito di denaro” (*). Tuttavia, rimarrebbero la banca centrale e la sua capacità di creare dal nulla, in regime di monopolio legale, denaro fiat di stato: “I sostenitori del referendum vogliono che le banche tengano il cento per cento dei depositi come riserva e che dunque cessino di creare denaro, compito quest’ultimo — dicono — esclusivo della Banca Nazionale Svizzera” (corriere.it). L’improbabile approvazione di questa riforma sarebbe quindi come una riedizione, all
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3 COMMENTS

  1. ma come si eviterebbe che i depositi dei correntisti vengano usati per finanziare le imprese degli amici degli amministratore delle banche?… è quello che è successo nelle banche venete, mi sembra! forse anche gli svizzeri ne hanno sentito parlare…

  2. Condivido totalmente le motivazioni di Giovanni Birindelli nella valutazione del referendum svizzero.
    Non risolvera’ il problema perche’ non elimina tutte le cause dell’inflazionismo.

    Tuttavia considero la riserva frazionaria “APPROPRIAZIONE INDEBITA” ovvero un furto vero e proprio , e che sia legale non fa nessuna differenza. Il fatto che sia legale lo dice proprio il dispositivo dell’art. 1834 del codice civile, e qui entriamo come spiega continuamente Birindelli nel pieno del positivismo giuridico.

    Vorrei commentare l’articolo di Gerardo Coco pubblicato ieri, a un certo punto dice ” se la riserva fosse del 100%, si ritiene, le banche non rischierebbero l’insolvenza e non innescherebbero crisi. Vero, ma con tale copertura totale che trasformerebbe la banca da organo di credito a istituto di custodia di depositi, si tornerebbe al sistema bancario dei secoli bui.”
    Coco dimentica che il problema non sono solo le banche centrali , ma anche la riserva frazionaria delle banche commerciali .
    Nel libro di De Soto citato da Birindelli “Moneta credito bancario e cicli economici” si descrive come anche in presenza di copertura aurea si verificavano cicli con crisi economiche. Le banche centrali sono recenti hanno cento o piu’ anni, ma molto prima casi come la banca di Amsterdam oppure i banchieri Fiorentini provocavano crisi sempre a causa della riserva frazionaria. Giustamente Birindelli cita il Pell act e de Soto specifica che pur essendo in copertura aurea la banca d’Inghilterra non aveva considerato la riserva frazionaria delle banche commerciali ( ripeto pur essendo in copertura aurea) che avevano provocato crisi economiche.
    Storia recente sono le banche centrali, ma in presenza di copertura aurea le banche commerciali hanno provocato storicamente crisi economiche grazie alla riserva frazionaria come ben spiega De Soto e quindi non condivido per nulla l’articolo di Gerardo Coco , che considera la riserva frazionaria cosi’ benevolmente.

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