di FABRIZIO DAL COL
Sembra incredibile, ma a guardare più da vicino la realtà politica italiana, si scoprono i veri motivi per cui si fanno le alleanze politiche. É sufficiente vedere come si riesca ad inglobare in una coalizione un micro-partito dallo zero virgola di consenso, per garantirsi poi una probabile vittoria alle elezioni. É incredibile? No, non lo è affatto, anzi è normale prassi che i partiti riescano ancora a fare accordi con chiunque sia in grado di garantire un voto in più ad una coalizione, perché così potrebbero mettere una seria ipoteca sulla vittoria delle elezioni.
Ma quale sarebbe allora quella proposta che nessun micro partito potrebbe mai rifiutare ? E quale sarebbe la convenienza ? La risposta è facile : 1) si garantiscono delle riforme inutili agli italiani, ma che siano legislativamente inapplicabili per i micro partitini della coalizione. 2) Si procede con una eccellente propaganda elettorale infarcita di promesse irrealizzabili, ovvero que
Su questo argomento ha ragione Grillo: non si possono far fare le riforme a chi ha causato il disastro. Il disastro economico italiano, e di riflesso padano, visto lo stato d’occupazione, è nato negli anni ottanta. Da allora la spesa pubblica è sempre cresciuta, più della crescita del Pil (1 dipendente pubblico ogni 17 abitanti, in Svizzera 1 ogni 60), per finanziare la spesa pubblica si sono sempre aumentate le tasse ed il debito, il che significa maggiori spese future per gli interessi. Con l’Euro la mazzata finale: prezzi raddoppiati ma salari privati fermi, logico che si sarebbe ben presto arrivati ad annullare il risparmio privato prima ed i consumi e gli investimenti poi.
Il problema è ben noto, dagli anni novanta si parla di passaggio al sistema contributivo per le pensioni, il blocco del turn over nel pubblico impiego, al default del debito pubblico, ma qualunque misura non è stata adottata o adottatan blandamente per diversi motivi, nel frattempo la spesa pubblica è raddoppiata. Il primo è per non togliere potere ai politici, il secondo elettorale perché vorrebbe dire licenziare milioni di dipendenti pubblici con lavori “finti”, in gran parte meridionali, oppure togliere o diminuire la pensione ai falsi pensionati (babypensioni, pensioni d’oro, pensioni pubbliche, pensioni sociali, false pensioni d’invalidità) anch’essi in gran parte meridionali. Infine per la sciocchezza di seguire dottrine keynesiane, già fallite negli anni settanta, che impongono aumento di spesa pubblica finanziata con tassazione oppure l’incompetenza del pensare che la crisi sarebbe stata momentanea e quindi si sarebbe risolta da sola in breve tempo, ecco perché si continua a parlare di ripresa nel prossimo anno (da almeno vent’anni) e nessun provvedimento volto a ristrutturare la spesa pubblica viene mai preso. Berlusconi negava la crisi e parlava solo di giustizia, Renzi parlava solo di Italicum e Senato. Ad agosto la notizia che tutti i paesi europei, Spagna e Grecia inclusi eraqno in crescita, meno l’Italia che era in recessione ha costretto Renzi ad aprire gli occhi: la crisi italiana non ha cause esterne ma solo interne ed è strutturale. Ed eccolo li tornare precipitosamente a parlare di economia, anche per allontanare lo sfratto già pronto da parte dei “poteri forti”.
In ogni caso nessuna riforma è possibile, tanto per capirci nulla è possibile senza licenziare almeno 1 milione di dipendenti pubblici e ridurre lo stipendio ad altri ed eliminare o ridurre la pensione a qualche milione di persone in gran parte meridionali. L’Ncd che ha feudo in Calabria e Sicilia si opporrebbe oppure se ne avvantagerebbe, in ogni caso chi ha causato il disastro non può e non deve essere la soluzione o essere chiamato a risolvere i problemi.