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Sanità pubblica, proibizionismo e teatrino delle parti

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di PIETRO AGRIESTI

Secondo qualcuno il “proibizionismo sanitario” su alcol e sigarette sarebbe una risposta – sbagliata – al “depauperamento” della sanità (?), che depauperata da politiche neolibbberiste non riuscirebbe a stare al passo, e i governi fascisti e venduti che non fanno il bene comune al posto di rifinanziarla ricorrono a queste forme di proibizionismo.

A parte che si conferma che la politica è un teatrino delle parti in cui tutte le parti sono una merda perché oggi abbiamo la sinistra che è proibizionista (ricordo un libro di Sansonetti La sinistra è di destra) e la destra che si scopre antiproibizionista, dopo che la sua linea sono stati sempre i deliri di Giovanardi e simili.

Tutto questo dimostra per la millesima volta che in un mondo di statalesi, lo stato cade sempre in piedi perché lo statalismo è la risposta unica.

L’idea che al posto di cagare la minchia (scusate ma quando ci vuole ci vuole) al prossimo, e pretendere di sindacare su come vive, cosa mangia, cos beve, cosa fuma, cosa aspira, etc… si potrebbe de-collettivizzare le nostre vite riducendo la sanità pubblica che tanto non funziona, nemmeno stra-finanziata com’è, visto che non è vero che è “depauperata”, privatizzandola e facendo a meno sia di una che dell’altra ricetta statalista, risulta inconcepibile.

Impossibile pensare che il solo bene comune sia la libertà individuale e il principale male comune sia la politica.

P.S. Nell’immagine un politico di destra e uno di sinistra, nella loro evidente irriducibile diversità.

 

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